Nuovo capitolo dello scandalo Atc che ha investito l’ex direttore Pierino Santoro, accusato di peculato. Il giudice per le indagini preliminari Giorgio Morando ha infatti accolto la richiesta dei pubblici ministeri Giorgio Vitari ed Elisa Pazè di procedere con un giudizio immediato; questo significa che la vicenda, almeno sotto il profilo penale, potrebbe chiudersi nel giro di pochi mesi. Sul banco degli imputati, almeno allo stato attuale delle indagini, sederà solo l’ex direttore, 55 anni, subito dimissionario, che, difeso dall’avvocato Aldo Mirate, si è assunto la piena responsabilità del maxi buco nelle casse dell’Agenzia Territoriale per la Casa. Al momento gli inquirenti hanno accertato ammanchi per oltre 840 mila euro risalenti al 2004 anche se il buco potrebbe salire, almeno secondo gli investigatori, a quasi 10 milioni di euro. Un sistema quello di Santoro che viaggiava su tre binari: l’utilizzo di una carta di credito intestata all’Atc e da cui Santoro avrebbe prelevato mensilmente 10 mila euro; la sottrazione di altro denaro su diversi conti dell’ente e trattenute dai canoni d’affitto versati dagli inquilini direttamente negli uffici di via Carducci. Il nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza continua a lavorare e del caso si è occupata anche la Corte dei Conti di Torino che ha aperto un fascicolo per “danno erariale” e sta indagando anche per presunta colpa per mancata vigilanza. Un filone d’inchiesta a sé stante, mentre per quanto riguarda il filone penale si andrà in aula il 17 settembre prossimo giorno in cui è stata fissata la prima udienza del processo per peculato. Non sono però esclusi colpi di scena. Santoro, incensurato, ha infatti la possibilità di chiedere il rito abbreviato o il patteggiamento, ottenendo considerevoli sconti di pena.