I quattro anni e due mesi patteggiati da Pierino Santoro, ex direttore dell’Agenzia Territoriale per la casa, a processo per aver provocato un buco nelle casse dell’ente da una decina di milioni di euro, sono stati un successo difensivo annunciato. Quasi nessuno si aspettava infatti che il giudice non accettasse un accordo, quello fra la Procura di Asti e il pool rappresentato dall’avvocato astigiano Aldo Mirate e dal collega milanese Marco Yeuillaz, che di fatto mette una pietra tombale sopra l’intera vicenda. Santoro fin dall’inizio (era il febbraio scorso quando il collegio dei sindaci aveva scoperchiato il vaso di Pandora) si è assunto interamente la responsabilità degli ammanchi, restituendo inizialmente 800 mila euro come risarcimento. Una somma alla quale oggi si aggiungono altre centinaia di migliaia di euro presenti sui conti personali dell’uomo, finiti sotto sequestro. L’ex direttore stesso avrebbe espresso alla difesa la volontà di destinare il suo denaro sequestrato direttamente all’Atc. E così è stato. Le somme sequestrate sono state destinato alle casse dell’ente, mentre alcuni beni immobili, fra cui la villa alle porte di Mongardino, andranno allo Stato. Una decisione, quella del giudice Giannone, che ha suscitato soddisfazione sia nella procura che nella difesa: “Abbiamo sempre avuto la certezza che la nostra proposta di patteggiamento sarebbe stata accettata – commentano a caldo Mirate e Yeuillaz -: era rigorosamente formulata, confortata da precedenti specifici ed era frutto di un lungo confronto con la procura”. In riferimento alle numerose polemiche che la richiesta di patteggiamento e l’esclusione delle parti civili avevano suscitato, dando vita anche a manifestazioni pubbliche ultima delle quali la fiaccolata per le strade del centro di mercoledì, la difesa non lascia spazio a dubbi: “In questa vicenda processuale i magistrati vanno appoggiati perché hanno fatto corretta e rigorosa applicazione della legge. Santoro si prepara ad espiare la pena estinta e a estinguere il suo debito con la giustizia nelle forme e nei modi che sono previsti dall’ordinamento penitenziario. Riteniamo inoltre che con il ricavo che conseguirà al sequestro dei beni e con le volontarie devoluzioni di cospicue somme di denaro già eseguite il danno subito dall’Atc sarà in larga parte risarcito”. Procura e difesa poi si dicono disposti a un pubblico incontro con la cittadinanza per chiarire dubbi e rispondere a domande. Amaro invece il commento del deputato Paolo Romano: “Questa sentenza mette una pietra tombale sui mandati politici della vicenda, mandanti che ci sono e di cui Santoro stesso ha parlato in alcune intercettazioni”, ha commentato.