“Le deduzioni corrispondono ad attività effettive e reali e quinti sono legittime. Non c’è dolo nell’azione del mio cliente e per questo faremo ricorso al tribunale della libertà”. Sono le parole dell’avvocato Aldo Mirate difensore del commercialista Vito Sorgente, da ieri, mercoledì 13 febbraio, ai domiciliari dopo l’operazione “lepre in gabbia” condotta dalla finanza di Asti. Gli uomini del comandante provinciale Antonio Borgia ritengono che il professionista sia stato ideatore, promotore e regista di un insidioso sistema finalizzato a evadere le tasse. L’inchiesta è partita qualche mese fa da una segnalazione dell’Agenzia delle Entrate riguardo un documento falso utilizzato da un cliente del commercialista e inserito in una dichiarazione fiscale relative a una recente annualità.Da questa “anomalia” è partita una complessa indagine andata avanti anche grazie all’utilizzo di numerose intercettazioni ti telefonate e incontri avvenuti nello studio di Sorgente che ha portato gli inquirenti a ipotizzare un ampio giro di consulenze false, fatte con l’unico scopo di dichiarare redditi minori. In pratica il disegno criminoso si sarebbe basato, secondo le fiamme gialle, su consulenze di svariata natura, svolte da persone senza alcuna capacità e non iscritte ad alcun ordine (spesso erano familiari delle aziende richiedenti), formalizzate tramite documenti “standard” (modelli quasi prestabiliti ai quali veniva cambiata solo la matrice) poi utilizzati nelle dichiarazioni fiscali dalle imprese. Questo sistema, perfezionato, sembra, in atti di attività, avrebbe garantito ai clienti del commercialista, considerato il verso regista della vicenda, consistenti vantaggi in termine di pagamento di minori imposte dirette senza che, contemporaneamente, gli emittenti avessero aggravi di tributi, sfruttando le differenti regole previste per il reddito autonomo e d’impresa. Oltre a Sorgente, difeso dall’avvocato Aldo Mirate (pm Luciano Tarditi, gip Elena Rocci) sono state indagate altre 29 persone fra cui un collaboratore dello studio, un legale, titolari di panetterie, studi odontotecnici, pasticceri e anche un rottamaio. Questa mattina la guardia di finanza ha eseguito perquisizioni sia nell’abitazione che nello studio di Sorgente, ma le indagini continuano perché i documenti presi in consegna attesterebbero la presenza di documentazioni relative ad anni di attività. Per ora sarebbero stati accertate prove per dieci casi riguardanti un importo di 1 milione e 600 mila euro, ma il giro di “finte” documentazioni potrebbe essere ben maggiore.