Un omaggio alla voce, alla personalità, alle canzoni, all’arte e all’uomo Lucio Dalla. Domenica 3 febbraio il Diavolo Rosso farà da scenario all’anteprima dell’ultimo spettacolo firmato dall’artista astigiana Paola Tomalino. Un racconto, fra voce, piano e parole dedicato alla figura del cantautore bolognese ma anche a quella dell’artista astigiana che lo ha scritto, arrangiato e diretto.
Uno spettacolo che racconta la passione per il jazz, per il bel canto e per la scrittura di Dalla e in cui Paola Tomalino si è rivista. Un omaggio quindi alla diversità che accomuna i due artisti.
“L’idea di questo spettacolo è nata da miei studi sul cantautorato; io sono partita da jazz e poi mi sono diplomata in piano, ho lavorato in teatro, ho fatto danzaterapia e musicoterapia – spiega Tomalino – . Il mondo che mi rappresenta di più è quello fatto di musica e parola; quando ho approfondito Lucio Dalla ho scoperto che mi rappresenta nella totalità artistica e personale”.
L’artista astigiana è partita dalla vocalità e dalla voce del cantautore prima ancora che dai suoi testi.
“Ho iniziato a lavorare sulla sua vocalità, strana, aspra, irruente – continua ancora -. Poi ho approfondito l’uomo e l’artista. Mi ha colpita il suo essere e mi ci sono ritrovata. Dalla credeva in quello che faceva e lo faceva fino in fondo, andando spesso contro tutti. Anche io, sia nell’arte che nella vita, non ho mai avuto paura di fare nonostante sul mio percorso abbia incontrato degli ostacoli”.
Uno spettacolo che porta in scena una dozzina fra i più grandi successi del cantautore, artista irregolare e multiforme che è stato un autentico innovatore, capace di cambiare continuamente rotta trasportando là dove il suo talento riusciva a condurlo.
“Da Lucio Dalla ho imparato che è tutto normale anche nella stranezza – continua Paola -. Dopo una lunga carriera fatta di molte esibizioni all’estero, di insegnamento, concerti a 40 anni finalmente ho capito che la mia stranezza non è un più un problema. E l’ho capito anche grazie a Dalla. Solo oggi, a quarant’anni appunto, mi sento un’artista, prima mi stavo ancora cercando, definendo. Oggi ho accettato il mio essere e so che teatro e musica faranno sempre parte della mia vita”.
Lo spettacolo “Omaggio a Lucio Dalla” racconta la sua passione per il jazz, gli esordi sanremesi, i successi degli anni ’70, le collaborazioni con i grandi cantautori e parlando in un’intervista del brano che nel tempo diventò il suo evergreen : 4 Marzo 1943, disse: “Ebbi la sensazione di aver fatto qualcosa di grosso, per 2 anni mi sono sempre commosso tutte le volte che la canta”.
“Porterò in scena le sue canzoni più celebri partendo da Caruso – spiega ancora Tomalino -. Una canzone che mi rappresenta molto da punto di vista vocale e che ho cantato ovunque dal Giappone alla Francia anche prima di mettere in cantiere questo progetto. Oggi, dopo aver approfondito Dalla, ne ho fatta una versione molto più intima e simbolica”.
Spazio poi a “L’anno che verrà”, una canzone che “offre molte speranze e che può essere uno sprono per il futuro” e ad altri grandi classici in uno spettacolo completamente ideato, arrangiato e diretto da Paola Tomalino. “Se sbaglio è tutta responsabilità mia finalmente. Come dice Dalla la libertà è responsabilità”.
Si tratta di un’anteprima di un progetto che verrà portato in giro per l’Italia; il 15 febbraio sarà in scena al teatro di Mondovì e poi questa estate a Bologna, Torino e Castelnuovo Don Bosco.
“Mi piace debuttare sui palchi astigiani. Mi permette di cogliere meglio le reazioni e capire se lo spettacolo funziona”, spiega Paola che in cantiere ha ancora molti progetti, dai concerti in Polonia all’insegnamento alla collaborazione con la compagnia Il teatro degli Acerbi, con la quale sta portando in scena lo spettacolo “Sacco e Vanzetti”.
“Ho in cantiere l’idea di riprendere in mano la mia mostra di installazioni su tela “Little Thinsg” e di viaggiare, perché i viaggi mi permettono di assorbire cose e quindi di scrivere”
L’appuntamento con “Omaggio a Lucio Dalla” è per domenica 3 febbraio dalle 21.30 al Diavolo Rosso di piazza San Martino.