E’ tornata sul finire dell’estate la rassegna di teatro, musica, incontri e laboratori della memoria“Cunté Munfrà – dal Monferrato al mondo” per riprendere un nuovo ciclo, un percorso attraverso le stagioni, i tempi e i momenti rituali.
Giorni in cui, nelle piazze e nei cortili, ci si può incontrare, fare festa, ascoltare musica o racconti.
E’ una rassegna che inizia nel periodo del “ribollir dei tini” quando l’odore di mosto si fa forte e riappare la bruma nei “varej”, chesi è affermata per la sua unicità ed attenzione alla valorizzazione e promozione della conoscenza del patrimonio linguistico e culturale del Piemonte: in tal senso è stata riconosciuta negli ultimi anni come il miglior progetto regionale.
Sabato 31 agosto nel cimitero di Montemagno verrà rappresentato “Dormono…sulle colline” del Teatro degli Acerbi, un percorso di poesia e musica, sulle orme dei nostri antenati, tra le lapidi di un cimitero di campagna.
A vent’anni dalla scomparsa di Fabrizio De André e con riferimento all’ “Antologia di Spon River” di Edgar Lee Masters, una narrazione itinerante, a gruppi, fatta di parole e musiche immortali.
La partecipazione è gratuita, con prenotazione obbligatoria: cell. 3392532921.
Tre gli orari previsti: ore 19, 20.30 (posti esauriti) e 22.
L’ideazione, selezione e adattamento testi sono di Pietro Giovannini (giornalista ed esperto conoscitore del territorio astigiano e langarolo). In scena Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano con le musiche dal vivo di Tiziano Villata.
I cimiteri sono “luogo di incontro di una comunità verticale, quella dei viventi, con quella dei vissuti, tutt’uno nella stessa storia”.
E’ dunque un’ occasione insolita per poter scoprire luoghi suggestivi e panoramici delle nostre colline, ove poter godere di bellezza e quiete, sulle orme dei nostri antenati.
Gli attori e il musicista appaiono e scompaiono tra le tombe, conducendo a gruppi gli spettatori in un percorso tra le lapidi di pietra, gli alberi e i cespugli che da soli compongono la più perfetta delle scenografie. Le note e le parole in un cimitero hanno più peso perché si è più disposti all’ascolto, si è più abituati al silenzio; e le note e le parole risuonano più pure invitandoci ad alzare lo sguardo verso il paesaggio, verso i luoghi dove queste persone che ci parlano abitavano e animavano: vite tragiche o monotone, insignificanti, piene di cose da fare ma tutte ugualmente riassunte qui ed ora.
Commenta Fabio Fassio: “La riflessione è sulle nostre radici ma anche sul significato della vita in generale, del lavoro e della morte, è la costituzione temporanea di una “comunità verticale” dove viventi e vissuti per un’ora celebrano le proprie storie. Crediamo che questo lavoro sia necessario, anche come ponte tra le Langhe e l’Astigiano e come strumento di turismo alternativo, culturale, con cui poter scoprire pievi romaniche e tombe ottocentesche poste nei luoghi più suggestivi e panoramici delle nostre colline.”
A breve verrà annunciato il cartellone completo della rassegna.
Ingresso gratuito.