Si è chiuso ieri sera – in un affollatissimo cortile di Palazzo Alfieri, ad Asti – con un intervento dal tema “Come finirà?”di Tommaso Padoa Schioppa, Mario Calabresi e Beda Romano, Passepartout, festival organizzato dalla Biblioteca Astense.
L’incontro è stato il tentativo di capire e interpretare la crisi economico-finanziaria in atto. Secondo Tommaso Padoa Schioppa, Ministro dell’Economia e delle Finanze del Governo Prodi dal 2006 al 2008, si sarebbe accorciato l’orizzonte temporale dei mercati, dei governi, della comunicazione, delle imprese, delle stesse famiglie, dei nostri atteggiamenti mentali. E’ in questa “veduta corta” – che è poi il titolo del suo ultimo libro, scritto con Beda Romano – in questa incapacità di andare oltre il calcolo di breve periodo e di guardare il futuro lungo che sta la radice più profonda della crisi in atto, ha sostenuto Tommaso Padoa-Schioppa.
La fortuna non esiste è il titolo del saggio di Mario Calabresi, frutto di un lungo viaggio attraverso gli Stati Uniti d’America in cui il direttore della Stampa, corrispondente di Repubblica durante i mesi della campagna elettorale di Obama, ha raccolto undici “storie di uomini e donne che hanno avuto il coraggio di rialzarsi”, come recita il sottotitolo. Calabresi ha illustrato questo coraggio di rialzarsi che è partito dagli Stati Uniti, i primi a cadere, eppure capaci di fare ancora una volta la storia, con l’elezione di Obama, proprio durante la caduta.
Beda Romano, corrispondente da Francoforte per il Sole 24 Ore, è partito dalle considerazioni del direttore della Stampa sugli USA per illustrare le differenze nel modo di affrontare la crisi economica tra il Paese oltraoceano e la Germania. A suo parere, infatti, se negli Stati Uniti la paura è legata alla crisi partita con il ’29, in Germania essa resta ancorata al ricordo dell’inflazione degli anni Venti: da qui, il rifiuto di misure di stimolo, rifiuto motivato dal timore che eccessive iniezioni di denaro alimentino l’inflazione.
Dunque, crisi in Italia, negli Stati Uniti e in Germania: crisi globale, ma che vede risposte diverse nei diversi Paesi.
Si è chiuso con un alto successo di pubblico l’edizione 2009 di Passepartout: 5.800 gli spettatori complessivi agli eventi, 30 i volontari dell’Associazione L’AltrAAsti coinvolti, 800 i “piatti della crisi” serviti – ricette rigorosamente “povere”, dalla zuppa di verza alla pasta e fagioli, dalla minestra di ceci alla zuppa di cipolle con pane nero – offerti dal Circolo CNA Il Boschetto di Asti.
Nell’edizione 2009 di Passepartout, dedicata alla crisi finanziaria del 1929 – la prima crisi finanziaria, riferimento costante per mettere in rilievo la drammatica situazione attuale – ha dominato la storia, soprattutto la storia economica; ma largo spazio è stato dedicato anche alle tematiche politiche, senza dimenticare gli aspetti di costume, drammatici, ma se possibile anche frivoli, che hanno connotato un’epoca e che sono presenti all’immaginario collettivo come tipici di essa. Tra tutti, ad esempio, la musica, i ritmi suadenti ed evocativi dello swing e del jazz.
La manifestazione, giunta alla sesta edizione, si è confermata unica nel suo genere: è infatti l’unico festival del nostro Paese ad essere organizzato e gestito esclusivamente da una biblioteca pubblica.