Quante volte sentendo la parola radioattività ci siamo messi in allarme?
Il Magmax invita a non avere paura e ad approfondire, lasciandosi guidare nel mondo del sapere: occasione per farlo la mostra temporanea “Radioattività: pericoloso è non conoscere” che si aprirà martedì 2 maggio alla Torre Quartero.
Sarà un viaggio nella radioattività naturale e artificiale, e se da un lato i nomi di Cernobyl e Fukushima risvegliano il ricordo dei disastri nucleari, dall’altro ogni giorno abbiamo la conferma degli importanti successi ottenuti soprattutto in campo medico e cristallografico.
Studiosi che hanno fatto scoperte fondamentali per la scienza saranno raccontati attraverso documenti rari, fotografie, cartoline postali, banconote, francobolli, medaglie con impressa la loro effige: Marie e Pierre Curie, scopritori del radio e del polonio a fine Ottocento, anzitutto. Ma anche Wilhelm Conrad Röntgen (raggi X) e Antoine Henri Becquerel (radioattività naturale dell’uranio).
A proposito di minerali radioattivi: la mostra ne proporrà una ricca collezione, frutto anche della passione del collezionista Giuseppe Siccardi. Colpisce tra tutti l’antunite, dal colore verde brillante, scoperto per la prima volta in Francia e presente alla Torre Quartero con un campione del Bacino uranifero di Peveragno (Cuneo). Di rilievo, per la provenienza geografica, un pezzo estratto in Niger nella più grande miniera al mondo di uranio.
Rassicura Massimo Umberto Tomalino, ideatore del Magmax: “Non ci sono pericoli per i minerali radioattivi, la cui importanza verrà anzi messa in risalto nella mostra. Significativa la presenza di un campione di pechblenda (uraninite) dallo studio della quale i Curie scoprirono il radio e il polonio: proviene dallo stesso luogo, nella Repubblica Ceca, in cui fu prelevato il materiale studiato in laboratorio dai due scienziati”. Di questi ultimi, premi Nobel per la fisica insieme a Becquerel, l’esposizione propone un documento particolarmente prezioso: una pagina decontaminata dell’ultimo quaderno di ricerca in cui nomi dei minerali, calcoli e misurazioni sono scritti di loro pugno, le annotazioni di Marie Curie rigorosamente a sinistra e quelle del marito a destra. L’importante documento è stato acquistato da Tomalino, negli anni Duemila, ad un’asta a Parigi, dove la coppia aveva il laboratorio.
Questa e altre storie saranno raccontate durante le visite guidate ad accesso libero che si potranno prenotare telefonicamente (328.1698691) o via mail (astimagmax@gmail.com). Fino a fine anno, oltre alla mostra, il Museo di corso Alfieri 360 proporrà anche conferenze, conversazioni e l’evento conclusivo dell’attività 2023 ospitato in Sala Pastrone in occasione di Asti Film Festival.