Un nuovo museo sentimentale fatto di pitture e stendardi realizzati con stoffe e materiali naturali, piani sovrapposti, effetti materici, giochi d’ombre e di controluce. Per esplorare poeticamente il tema dello spettacolo “Artabàn. La leggenda del Quarto Re Mago”, alle 18 di oggi, 15 dicembre, il Museo Diocesano inaugura “Il secondo Vangelo delle colline. Sulle tracce del Quarto Re Mago”, nuova mostra tematica di Antonio Catalano aperta fino al 21 gennaio 2024.
Realizzata con la consulenza antropologica di Piercarlo Grimaldi, l’esposizione rientra nella rassegna “Le Sfide della Fede”, promossa dal Teatro degli Acerbi e dall’Istituto Oblati di San Giuseppe. Ogni opera ripropone poeticamente un momento della narrazione conducendo il pubblico sulle tracce di Artabàn, il personaggio che ha smarrito la stella, vagato per trentatré anni spendendosi per aiutare i poveri e gli oppressi, ed è arrivato a Gerusalemme proprio il giorno della Crocifissione.
L’introduzione alla mostra è affidata a un’installazione video, diretta da Diego Diaz Morales, con cui i visitatori potranno respirare le atmosfere di un’antica veglia in una stalla. Nel video le tracce di memoria della leggenda di Artabàn, originariamente tramandata per generazioni in forma orale, vengono presentate in parole e musica dal gruppo folk J’Arliquato di Castiglione d’Asti e dalla Compagnia teatrale Faber Teater di Chivasso.
Con la leggenda di Artabàn l’Astigiano diventa così una terra che narra il Divino con gli occhi degli umili: durante le sere d’inverno le generazioni trasmettevano le proprie conoscenze tramite canti e racconti, in quella forma di socialità definita dallo stesso Piercarlo Grimaldi “l’università dei saperi contadini”. Una modalità capace di far arrivare fino a noi anche la leggenda del quarto Re Mago.
Alberto Gallo