La cerimonia di premiazione che si è tenuta martedì sera nell’Ambasciata di Francia a Palazzo Farnese, Roma, ha decretato i vincitori della sesta edizione del “Premio Zanibelli – Leggi in Salute”, istituito da Sanofi nel 2013 in memoria del Direttore Comunicazione e Relazioni Istituzionali Angelo Zanibelli, per sostenere il valore del racconto sulla salute nel percorso di cura dei pazienti.
A “Tutto ciò che il paradiso permette” della scrittrice astigiana Manuela Caracciolo è andato il premio “Opera inedita”. Il romanzo verrà pubblicato a febbraio 2019 da Cairo Editore.
Un nuovo riconoscimento questo si aggiunge ai molti già collezionati dalla giornalista e scrittrice, che dopo i racconti di “Storie sole” del 2011 e i temi soprannaturali di “Quella notte a Merciful Street” del 2017, nel nuovo romanzo affronta il tema delicato dell’AIDS con una storia ambientata alla fine degli anni 80 nel mondo del rock.
A “Una vita in gioco. L’amore, il calcio, la Sla” di Chantal Borgonovo e Mapi Danna è andato il premio “Opere edite”. “Le nuove dipendenze” di Claudette Portelli e Matteo Papantuono è stato premiato per la saggistica, mentre Personaggio dell’anno in ambito sanitario è il ricercatore Paolo Ascierto, e il Premio giovani è andato alla ricercatrice Giorgia Salinaro.
La giuria, presieduta da Gianni Letta, comprendeva Paola Binetti (senatore XVIII Legislatura), Antonio Gaudioso (segretario generale CittadinanzAttiva), Enrica Giorgetti (direttore Farmindustria), Maria Latella (giornalista), Beatrice Lorenzin (deputato XVIII Legislatura), Giovanni Malagò (presidente CONI), Andrea Mandelli (deputato XVIII Legislatura e presidente della Federazione Ordine dei Farmacisti Italiani), onorevole Rossana Boldi (vicepresidente Commissione Affari Sociali), Andrea Manto (direttore del Centro per la Pastorale della Famiglia del Vicariato di Roma), Sandra Mori (presidente Valore D), Barbara Stefanelli (vicedirettrice vicaria Corriere della Sera), Walter Ricciardi (presidente Istituto Superiore di Sanità) e Andrea Zanibelli (in rappresentanza della famiglia di Angelo Zanibelli).
“Questo premio è stato inaspettato e mi proietta in una dimensione nuova – commenta l’autrice Manuela Caracciolo – Questa storia è nata quando avevo appena 13 anni e decisi che da grande avrei voluto scrivere. Ho ancora tanto da imparare, ma questo risultato è una conferma che sto trovando la mia strada”.