CISTERNA – L’iniziativa rientra nella Terza Giornata Nazionale della Rete Italiana di Cultura Popolare, che propone eventi in contemporanea in tutta Italia a sostegno e salvaguardia delle identità. La giornata vuole infatti veicolare ai giovani e non solo quei saperi e tradizioni popolari trasmessi solo oralmente, con l’intento di ricreare una nuova/antica comunità. Anche “Luci di festa” si unisce all’appello, lanciando un forte messaggio per la tutela e la valorizzazione di una componente fondamentale del nostro patrimonio culturale, quello della Cultura Popolare e dei beni immateriali.
La tradizione che lega idealmente le miriadi di espressioni distribuite sull’intera penisola italiana è quella legata ai doni di Santa Lucia, una ricorrenza che risale al Medioevo molto attesa un tempo nei centri contadini. La santa, il cui culto ha origini siracusani, è festeggiata come protettrice degli occhi e della vista per la sua particolare storia agiografica.
Si ritiene infatti che, quando era fanciulla, la santa sciolse il fidanzamento per dedicarsi ad un cristianesimo a contatto con i poveri e gli emarginati e venne accecata dal promesso sposo. Da questo episodio l’emblema di Lucia nelle rappresentazioni pittoriche, e cioè la sua figura affiancata ad un piattino su cui sono posati i suoi occhi: una tela con la Santa in tali sembianze e con il Castello alle spalle è custodita nella Confraternita di San Giuseppe a Cisterna, a testimonianza dell’importanza del culto sul territorio.
Ma il nome della santa rimanda all’elemento della luce e della luminosità: le stesse luci di cui si fa portatrice nel giorno della sua celebrazione, quel giorno popolarmente detto “più corto dell’anno”, sono l’emblema della festa nei giorni invernali. “Dove c’è luce c’è festa” si usava dire nei tempi passati, alludendo ai chiarori delle borgate che ospitavano momenti di condivisione e festa nell’attesa che la santa anticipasse i doni natalizi ai bambini.
Nella fantasia dei più piccoli la santa arriva infatti dal cielo, su un carretto pieno di doni, trainato da un asinello. Un culto che ha origini lontane e che è stato molto sentito nelle nostre realtà rurali e a cui Ecomuseo e Museo vorrebbero dare una continuità storica.
Il programma della festa, a partire dalle ore 20, prevede il ballo a palchetto con le musiche dei Bona Vista, il gruppo di musicisti storici di Roero e Monferrato che, freschi di presentazione del loro cd, propongono le sonorità d’antan del Novecento in un’atmosfera ovattata di luci tenui e sapori d’antico. Antiche arie tradizionali e ballabili di compositori locali che potranno essere apprezzate non solo dagli amanti del repertorio piemontese più autentico, ma anche e soprattutto dagli amanti del ballo a coppia di liscio tradizionale.
La musica sarà inframmezzata dalle storie popolari narrate dall’antropologo Piercarlo Grimaldi, che condurrà il pubblico attraverso evocative suggestioni del passato dal tema “Quando paese voleva dire anche festa”.
Le sale riscaldate del Castello si animano come “…una antica osteria” e offrono la possibilità di degustare, fatti al minuto, ottimi prodotti come la Robiola di Roccaverano, il salame del “Citu” di Ferrere, l’uovo al palet con tartufo, le torte e i dolcetti cotti nel forno del Castello, il Cisterna d’Asti doc, e da metà serata la tradizionale cisrà, il minestrone di fine autunno offerto a tutti.
Durante la serata sarà inoltre possibile visitare il piano nobile del Museo e la mostra degli antichi strumenti musicali di Giuseppe Scaglia. L’ingresso agli eventi di “Luci di festa” è di 4 €, gratis per i bambini sotto i 10 anni.
Domenica 13 Dicembre invece, sempre il Castello medievale nelle sue sale riscaldate, farà da cornice scenica per la “Fe?a ‘d Santa Lussia der masnà”. Dalle ore 14 Le botteghe del museo ospiteranno la fiera animata dei bambini delle scuole e i banchetti del gruppo donne di Cisterna.