L’odore dei soldi attraversa i secoli, risale il fiume del tempo fino a un’era in cui una parte del potere passava tra le mani dei banchieri e le pagine ingiallite dei loro registri contabili. È il profumo degli affari, degli accordi privati, di destini intrecciati attorno a monete sonanti e lettere di credito. Un tempo lontano che non è stato solo un’epoca oscura di sovrani e dame nel castello, ma qualcosa di molto più vicino a noi. Nell’anno in cui il Palio raggiunge i 750 anni di storia, Asti anticipa il Festival del Medioevo di settembre con un ciclo di presentazioni di romanzi e saggi a tema medievale.
Sei incontri da aprile a maggio, sei appuntamenti distribuiti tra Biblioteca Astense, Sala Pastrone e Battistero per entrare in un mondo popolato da nobili, proprietari terrieri e affaristi.
La prima tappa è alle 18 di oggi, venerdì 4 aprile: la Biblioteca darà spazio a Ezio Claudio Pia, che presenterà il suo libro “Uomini d’affari tra Italia ed Europa. Lombardi, credito e cittadinanza” (Cisam) con Donatella Gnetti. Lo storico astigiano racconterà come, nel pieno Medioevo, l’appartenenza alla comunità e le attività economiche basate sulla fiducia e sulla credibilità fossero indissolubilmente intrecciate alla politica e alla società. È in questo scenario che si muovevano i lombardi, uomini d’affari dell’Italia settentrionale attivi in giro per l’Europa tra Duecento e Seicento.
Per regni e comuni erano un sostegno necessario, per altri semplici usurai, marchiati dagli stessi stereotipi di cui erano vittima i creditori ebrei. Circondati dal sospetto, i lombardi vivevano una forma di integrazione sociale instabile: venivano accettati solo a determinate condizioni, con obblighi onerosi e sempre a tempo determinato. Il loro status confermava lo stretto legame tra cittadinanza, credito e politica, quelle dinamiche in cui le scelte economiche degli individui influenzavano la struttura della società determinando chi poteva farne parte e chi restava ai margini. In questo contesto giocava la sua partita anche Asti, la città dalle cento torri dove banchieri capaci di districarsi tra le maglie della politica e dell’economia tessevano una ragnatela di relazioni in tutta Europa. Allora come oggi, il denaro non muove solo interessi economici. È fonte di potere, di prestigio, apre le porte ai piani alti della società. Sfogliando qualche pagina di storia, è facile capire come certe trame non siano mai sparite davvero. Perché cambiano gli scenari e gli interpreti, ma il copione no. Quello, per molti versi, rimane sempre lo stesso.
Alberto Gallo