Anche la presentazione del settimo numero della rivista Astigiani ha riscosso successo di pubblico. Numerosi infatti i lettori che venerdì pomeriggio si sono ritrovati al Cinema Nuovo Splendor di Asti per conoscere in anteprima i temi contenuti nel trimestrale che riscopre storie di tutto l’astigiano, di varie epoche. Ad illustrare le pagine della pubblicazione il direttore Sergio Miravalle. Assente per motivi professionali il cantautore Giorgio Conte, presidente dell’associazione Astigiani, ha lasciato però un video di saluto, proiettato in apertura. Tra i vari articoli e le rubriche esposti, diversi gli interventi che hanno arricchito l’incontro. Si è parlato del primato del Tanaro, fiume più lungo d’Italia, delle scritte fasciste sui muri dei paesi di tutta la provincia, ancora in parte presenti, e del Club Abramo che negli Anni ’60 aveva riunito i primi capelloni astigiani. Per valorizzare la storia della “mitica” Saclà di basket, protagonista della storia sportiva e di costume dell’intera città tra la fine degli Anni ’60 e l’inizio degli Anni ’70, è intervenuto Carlo Ercole, all’epoca presidente del sodalizio. La storia della coltivazione delle ciliegie a Revigliasco ha visto intervenire Aldo “Cerot” Marello, autore dell’articolo, e Pierino “Bulot” Gerbo, uno dei più importanti coltivatori di ciliegie. Beppe Francese, esponente di una delle più importanti famiglie di pizzaioli astigiani, ha invece portato la sua testimonianza per l’articolo sull’arrivo della pizza ad Asti. E’ stata servita nel 1953 prima da una famiglia toscana e solo successivamente da pizzaioli salernitani, ma da allora la presenza campana è risultata la più consistente. Sul settimo numero della rivista Astigiani sono stati ricostruiti i fatti e gli aneddoti di quando ad Asti, nel 1980, è stato girato il film Spaghetti a Mezzanotte. Ha avuto come protagonisti Lino Banfi, Barbara Bouchet, Teo Teocoli e Alida Chelli, che sono stati affiancati da diverse comparse astigiane. E’ stata proiettata una sintesi del film con le scene in cui sono stati ritratti i luoghi della città e gli astigiani coinvolti. E’ intervenuto anche Angelo Lupo, tra i titolari dell’epoca del hotel Salera in cui soggiornò il cast, pagando soltanto in parte il conto alcuni anni dopo, per una questione legale raccontata nella rivisita. La rubrica Album di Famiglia del settimo numero di Astigiani è stata dedicata alla patenti di guida: novantuno le patenti pubblicate con fotografie vecchie, da scoprire e indovinare. Per la rubrica “Confesso che ho vissuto” della rivista, è stato intervistato l’industriale vinicolo Vittorio Vallarino Gancia che ha raccontato le sue esperienze, non solo nel mondo del vino. Intervenuto alla presentazione della rivista, ha portato la sua testimonianza. Numerose poi le restanti rubriche per completare le 120 pagine della pubblicazione (in edicola ed in libreria a 7 Euro) con particolare rilievo per l’immagine di San Secondo, riportata in copertina, che sarà proposta nella mostra “Asti nel Seicento”, da aprile a settembre a Palazzo Mazzetti. Curiose anche le storie del tenore astigiano Giacomo Gamba, sepolto dal terremoto di Messina nel 1908, di Guido Artom che con “I giorni del mondo” arrivò secondo al Premio Strega del 1981, ma anche della scrittrice Lidia Ravera, da bambina in vacanza a Castagnole Lanze. In chiusura di presentazione, gli Arliquatu di Castiglione hanno rappresentato Cantè j’euv, l’antica tradizione piemontese di quaresima per la questua delle uova. Nella serata di venerdì sullo schermo del Cinema Nuovo Splendor è stato poi proiettato Spaghetti a Mezzanotte per rivedere la città a più di trent’anni di distanza. Tra il pubblico presente, è stata messa all’asta una locandina originale del film, uscito nelle sale nel 1981. Il ricavato di 100 Euro viene destinato da Astigiani alla Croce Verde di Asti che proprio in Spaghetti a Mezzanotte era stata coinvolta con un ambulanza e due soccorritori per la scena in cui viene soccorso il boss mafioso Don Vito Malisperi. Al termine del film non poteva mancare una spaghettata, servita nel vicino Circolo Doina (ex Boschetto), realizzata con il contributo del pastificio Rey di San Damiano e dell’associazione Le donne del vino del Piemonte.