Un pomeriggio nel nome di Pavese, in occasione del centenario della sua nascita, in Biblioteca ad Asti, domenica 23 novembre alle 16, visto da un altro autore locale: Davide Lajolo; si inizierà con la proiezione del documentario Terra di scrittori. Itinerari di Pavese, Lajolo, Fenoglio di Laurana Lajolo, regia di Silvio Ciuccetti; seguirà quindi la presentazione, a cura di Maria Grazia Bologna, della riedizione della biografia di Pavese Il vizio assurdo di Davide Lajolo, per Daniela Piazza Editore (Torino). Letture di Aldo Delaude e Alberto Maravalle intervalleranno e chiuderanno i vari momenti.
Cesare Pavese è stato, e continua a essere per le nuove generazioni, uno degli scrittori più amati della letteratura italiana contemporanea: per la lucidità con cui tradusse nella poesia e nella prosa la sua avventura esistenziale; per la coincidenza diretta, tragica, tra i motivi letterari della sua opera e le conseguenze che ne trasse sul piano umano e personale con il suicidio; per l’atteggiamento riservato ma schietto fino alla durezza con cui visse uno dei periodi politici più densi di avvenimenti della storia d’Italia contemporanea: dal fascismo, all’antifascismo vissuto nel gruppo degli intellettuali torinesi (da Norberto Bobbio a Massimo Mila), alla rinascita culturale del dopoguerra, cui Pavese contribuì non solo come autore ma anche con la collaborazione editoriale alla casa Einaudi. Davide Lajolo, che raccolse direttamente, da amico e intellettuale, le confidenze dello scrittore, ripropone qui la sua biografia umana e letteraria di Pavese, Il vizio assurdo; sotto un’angolazione nuova che integra la narrazione puntuale delle vicende della sua vita con una valutazione critica che il tempo ha reso più pacata e ragionata, arricchendola con i risultati di un dibattito letterario che ha continuato a svilupparsi e a scoprire nell’opera di Pavese nuovi motivi e nuove implicazioni.
Davide Lajolo (1912 -1984) ha descritto la vita della Resistenza in Classe 1912, ristampato con il nuovo titolo A conquistare la rossa primavera. Tra le sue opere Il vizio assurdo (1960 – Premio Crotone), che ripresentiamo in una versione arricchita e aggiornata, Il voltagabbana (1963), Poesia come pane (1974), I rossi (1974), Finestre aperte a Botteghe oscure (1975), Veder l’erba dalla parte delle radici (1977 – Premio Viareggio), Fenoglio (1978 – Premio Santi Apostoli) Ventiquattro anni (1981), Il merlo di campagna e il merlo di città (1983 – Premio Strega). Ha diretto l’Unità e il settimanale Giorni. E’ stato deputato alla Camera per il Pci durante tre legislature e membro del Comitato Centrale.
Si legge nell’interessante scritto di chiusura della nuova edizione de Il vizio assurdo, intitolato Dal baule di Cesare Pavese e firmato da Laurana Lajolo: “La biografia rappresentò un evento letterario, in quanto offrì un ritratto di Pavese, suffragato da molte testimonianze e interessanti documenti inediti: lettere e carteggi, appunti personali, poesie giovanili; un ritratto diverso da quello che lo scrittore aveva dato di se stesso nel suo diario Il mestiere di vivere pubblicato qualche anno prima da Einaudi.
Lajolo non volle accettare quella descrizione di un uomo fallito e finito, vinto dalla disperazione e dalla morte. Nel tracciare la biografia, volle scrivere la “storia” di un uomo, parlando dei suoi lati oscuri, ma soprattutto sottolineando le qualità intellettuali, il rigore stoico delle sue scelte di vita e anche il suo sincero impegno politico dalla parte degli operai, in aperta polemica con quell’area dell’intellettualità torinese, che aveva rimproverato a Pavese di non aver avuto coraggio di fare la resistenza, preferendo rifugiarsi a Crea e frequentare i frati del Santuario” .
L’ingresso è libero.