Il desiderio di augurare la buona Pasqua a tutti gli Astigiani è maturato in me nel contesto di una vicenda, pienamente risolta, in cui ho sentito in pericolo il dono grande della salute, ma insieme ho percepito da parte di tutti un grande affetto, che mi appare come un dono ancora più prezioso di quello della salute. In questa circostanza ho sentito tutti molto vicini e approfitto dell’ospitalità di Gazzetta d’Asti per dire la mia riconoscenza a chi ha pregato per me, a chi mi ha assistito, a chi è venuto a trovarmi, a chi ha preferito, per discrezione, semplicemente pensarmi e pregare. Voglio anche chiedere scusa se ho arrecato qualche fastidio, se non sono stato capace di accogliere con gioia evidente chi mi avvicinava, se non ho saputo dimostrare riconoscenza per il tanto bene ricevuto.
E’ stato un momento di unione reale con il grande mondo della sofferenza, di cui ho percepito l’importanza e per il quale ho benedetto il Signore, che al nostro territorio ha concesso strutture sanitarie di avanguardia e soprattutto operatori non solo dotati di grande professionalità, ma ricchi di una umanità talvolta commovente.
In questi ultimi giorni il mondo della sofferenza si è dilatato a dismisura con il dramma del terremoto in Abruzzo, che condividiamo con cuore di fratelli e con il sincero desiderio di poter contribuire in qualche modo ad alleviare le tribolazioni e a sveltire il superamento dell’emergenza. Sono certo che questa settimana santa ci troverà ricchi di sensibilità profonda e di tanta preghiera. Il mio augurio per una Pasqua buona si concretizza nell’invito alla fiducia, nella certezza che il Signore risorto sa far trionfare la risurrezione e immancabilmente fa tornare la primavera. Con la sua onnipotenza, certo, ma anche con il nostro contributo di speranza e di concreta solidarietà.
X Francesco Ravinale