Le possibili evoluzioni dell’economia nazionale, messe a confronto con quelle di altri paesi, sono state l’argomento del primo incontro della nuova edizione della Scuola Popolare di lunedì 20 novembre.

Si poteva pensare ad un tema da “addetti ai lavori”, ma il relatore Mario Fassio, docente di economia, lo ha reso alla portata di tutti con l’aiuto di alcune semplici diapositive.
Prendendo spunto da uno studio realizzato da una Società di analisi economiche, il relatore ha illustrato l’attuale apporto dei vari paesi al PIL mondiale e la sua prevedibile evoluzione fino al 2050. Ha quindi evidenziato come il Pil dei Paesi del G7 (USA, Giappone, Germania, Regno Unito, Francia, Italia e Canada) crescerà, al 2050, di circa il 70% soprattutto grazie al peso dell’economia USA. Quello dei Paesi del E7 (Cina, India, Brasile, Russia Indonesia, Messico e Turchia) sembra invece destinato addirittura a triplicarsi, essenzialmente ad opera della Cina e dell’India.

Tuttavia ponendo in relazione questi dati con la crescita delle rispettive popolazioni, si profila una situazione di squilibrio poiché, alla metà secolo, i Paesi del G7 con l’8,4% della popolazione mondiale avranno a disposizione il 21% del PIL, mentre nei restanti Paesi del mondo l’incremento demografico farà si che il 91,6% della popolazione della Terra possa disporre del 78% del Pil mondiale.
In questo quadro la situazione del nostro Paese non si presenta incoraggiante poiché l’Italia potrebbe scendere dal 12° al 21° posto nella classifica delle economie mondiali anche se si prevede una crescita del PIL italiano in valore assoluto. A conferma di ciò il relatore ha chiarito come l’import/export italiano si svolga per lo più con i Paesi Europei che, nel periodo considerato, cresceranno ad un ritmo molto inferiore rispetto ai Paesi E7. È proprio l’import/export con i Paesi E7 a costituire un punto debole per la nostra economia che presenta già oggi un saldo negativo, soprattutto negli scambi con la Cina. A conferma di questa analisi alcuni tra i presenti hanno evidenziato le difficoltà delle imprese italiane ad esportare in questo Paese, tanto che il relativo saldo import/export rappresenta il 90% del saldo negativo totale nei confronti dei Paesi E7.

Considerato inoltre che l’Italia è un paese manifatturiero e non può fare a meno delle importazioni di materie prime, a parere del relatore occorrerebbero: una azione più incisiva da parte dei Governi per sostenere l’export, opportune iniziative per dare più competitività alle imprese e maggiori investimenti nella ricerca e nello sviluppo dei prodotti.
Il successivo confronto con i presenti ha fatto emergere altre due grosse criticità del Paese: il sistema di tassazione e l’ammontare del debito pubblico.
In merito alla prima Fassio ha indicato come possibile soluzione la copertura dei costi di alcuni servizi attraverso una specifica tassazione progressiva in base al reddito di ciascuno anziché attraverso la fiscalità generale. Più complesso il problema del debito pubblico, che costa annualmente allo Stato circa 45 mld di Euro di soli interessi passivi ed il cui rapporto con il PIL è pari al 132%. In proposito il relatore ha ricordato che, fino alla separazione netta tra Tesoro e Banca d’ Italia, i titoli di Stato erano ripartiti tra le banche italiane, ora invece una parte consistente di questi titoli è detenuta dalla BCE. Il debito pubblico è stato inoltre fortemente condizionato da scelte politiche adottate dal dopoguerra ad oggi in tema di: sanità pubblica (unica in Europa), istruzione obbligatoria, decentramento amministrativo, sistema pensionistico, investimenti pubblici non oculati, strapotere della burocrazia, ecc.. Tuttavia, ha osservato il relatore, alcune di queste scelte hanno effettivamente migliorato la qualità complessiva della vita nel Paese e di questo occorrerebbe tenere conto rapportando il deficit non al PIL ma all’ ISU (Indicatore di Sviluppo Umano) che meglio rappresenta la “salute” di un’ economia.

 

I prossimi appuntamenti sono il 22 gennaio con don don Fabio Marongiu e Maurizio Perego che terranno una relazione dal tema “L’insegnamento di Papa Francesco. Perché piace molto ai laici?”; il 15 febbraio si parlerà di elezioni con il membro del Csm Renato Balduzzi che terrà una lezione dal titolo “E’ ora di votare (per la prima volta). Il voto consapevole deriva dalla nostra visione della Società”.