Il commento al Vangelo di domenica 23 febbraio (Lc 6, 27-38) a cura di Elena Argenta

Nel Vangelo di oggi Gesù si rivolge direttamente a chi lo sta ascoltando, come noi in questo momento. Ci chiede qualcosa di molto grande e difficile da attuare: amare senza confini, senza logiche di merito e misure. 

Amare i propri nemici è quel gesto folle che testimonia la libertà del cuore di poter provare che l’amore è più forte dell’odio. Dimostra che solo l’amore è disarmante. Come l’amore che Dio ha per noi: non ci ama perché siamo “buoni”, ma ci inonda di misericordia e grazia accogliendoci così come siamo. 

Quell’amore gratuito e senza giudizio che noi desideriamo ricevere dagli altri sia concretizzato per primo da parte nostra verso di loro. 

L’amore non può essere fatto per merito, non si guadagna. L’amore è gratuito, sovrasta ogni errore, ogni chiusura del cuore, ogni invidia e ogni ipocrisia. 

Se davvero vogliamo essere simili a Dio, impariamo a vivere ogni giorno donando concretamente la nostra vita, senza volere nulla in cambio. Così come ci sentiamo amati come figlioli prodighi quando torniamo a Lui dopo essergli stati lontani, accogliamo con gioia chiunque voglia entrare nella nostra vita, a prescindere da ciò che ci deve. 

Anche oggi Gesù ci chiama in questo cammino di umiltà, generosità e misericordia perché la ricompensa che avremo sarà altrettanto smisurata.