Il commento al Vangelo di domenica 23 marzo, terza domenica di Quaresima (Lc 13,1-9) a cura di Eleonora Alberto Solaro
In viaggio verso Gerusalemme, alle orecchie di Gesù arriva il racconto di un evento tragico e crudele. Il primo pensiero che ci passa per la testa, a volte, è: “Ma quella persona se l’è cercata!”. Ecco, Gesù ci ferma subito e, anzi, sfrutta l’occasione per una nuova provocazione. Ci fa vedere che il male, le difficoltà e le tragedie non sono una punizione per i “più colpevoli”, ma un invito a riflettere su di noi e sui nostri comportamenti.
“Se non vi convertirete, perirete tutti allo stesso modo.” La parola conversione, nel linguaggio attuale, sembra pesante, ma significa cambiare direzione, puntare verso Dio, scegliere ogni giorno di essere persone migliori. La Quaresima è il momento giusto per farlo. Certo, non è facile, e questo Dio lo sa. È per questo che Gesù racconta la parabola dell’albero senza frutto; ci ricorda come è fatto il cuore di Dio: un Dio che ci dà sempre una possibilità in più, che crede in noi anche quando sembriamo “non fruttificare”, che ci dà tempo e speranza.
Oggi, Gesù ci invita a non aspettare, a non rimandare la nostra conversione. Non sappiamo cosa ci riserverà il futuro, ma possiamo decidere di fare oggi un passo verso una vita che porti frutto.