Il commento al Vangelo di domenica 13 aprile, Domenica delle Palme (Lc 22,14-23,56) a cura di Ilaria Massocco

Nonostante Gesù sappia che verrà tradito e lasciato solo da lì a poche ore, ha comunque il forte desiderio di condividere un pasto (che è qualcosa di molto intimo, familiare) con i suoi discepoli.

Perché Gesù decide questo? Perché dovrei condividere gli ultimi istanti della mia vita con qualcuno che mi abbandonerà nel momento del bisogno?

Non c’è una risposta da manuale, da bianco o nero, da luce o ombra. Ci siamo noi, con i nostri percorsi di vita, con le nostre esperienze che ci porteranno a prendere una decisione, giusta o sbagliata che sia. La cosa importante è che, se durante il cammino, ci rendiamo conto di non essere dalla parte di Dio, fermiamoci, proviamo a recuperare e infine ripartiamo per creare qualcosa di nuovo e di più bello, facendo tesoro dell’esperienza, proprio come hanno fatto i discepoli nelle ultime ore di vita del Maestro.

Inoltre, in punto di morte Gesù, ancora una volta, non ha pensato a sé stesso, ma ha chiesto perdono per quanti lo hanno maltrattato e deriso. Il suo ultimo pensiero è stato “per gli altri”. Anche noi dovremmo imparare a non pensare sempre a noi stessi, ma dovremmo provare ad essere più altruisti in un mondo che ci porta sempre più ad essere egoisti e centrati su noi stessi. Dovremmo essere più accondiscendenti verso chi, a parere nostro, commette un torto nei nostri confronti e saper perdonare sempre senza esitazione.

In parole più semplici: dovremmo imparare ad essere una luce di redenzione, un esempio di ciò che Gesù ci insegna, per chi ci sta accanto, fino a dare la vita per gli amici.