Il commento alla Parola di domenica 1 dicembre 2019 (I domenica del Tempo di Avvento) a cura di padre Gerardo Bouza
Matteo, l’evangelista del ciclo A
Il Vangelo di Matteo, sebbene non sia stato il primo ad essere scritto, tuttavia è il più completo e commentato e quello che ha maggiormente influenzato la teologia ecclesiale.
Quali note possiamo ottenere da questo Vangelo di Matteo? L’intero Vangelo di Matteo è incorniciato da due grandi affermazioni cristologiche: Egli è “il Dio con noi” (1, 23) e “Io sono con voi”, una volta risorto (28, 20). Matteo abbonda di citazioni dell’Antico Testamento, perché vuole dimostrare che Gesù adempie alle promesse dell’Antico Testamento, come il Messia annunciato dai profeti. Matteo parla della Chiesa più di qualsiasi altro evangelista, come il nuovo Israele, il nuovo popolo di Dio, quel Regno che Cristo ha inaugurato nella Chiesa e sarà consumato in cielo.
Il tempo liturgico dell’Avvento
L’avvento è preparazione della nostra anima, della nostra comunità parrocchiale e della famiglia per la venuta di Cristo nella sua triplice dimensione.
Prima, per commemorare la venuta storica di Cristo a Betlemme e riguadagnare così i frutti che il Signore ci ha portato 21 secoli fa. Seconda, per preparare la seconda gloriosa venuta alla fine dei tempi. E la terza dimensione è l’altra quotidiana visita che passa attraverso l’Eucaristia, gli altri sacramenti e i miei fratelli, specialmente i poveri. L’avvento è, quindi, tempo di grazia.
L’Avvento è come una grande sveglia di Dio
La Chiesa mette la sveglia sul nostro comodino per coloro che sono mezzo addormentati, anestetizzati dalle mille preoccupazioni e occupazioni di ogni giorno.
Innanzitutto, non è facile svegliarsi da tanta sonnolenza. Il mondo ci invita a riposare nella pigrizia, nella tiepidezza e nei capricci: preoccupazioni in famiglia, al lavoro, le mille tentazioni del mondo. Svegliamoci e camminiamo con i piedi dell’anima (Sant’Agostino) verso Cristo che ci aspetta di nuovo a Natale portandoci la salvezza (vangelo e seconda lettura). Il cammino è una salita: saliamo con dignità sul monte del Signore (prima lettura). Chi non sale inevitabilmente scende. In secondo luogo, una volta che ci svegliamo e camminiamo con gioia per incontrare Cristo, dobbiamo avere il cuore vigile perché lungo la strada ci sono ladri che vogliono rubare la nostra fede, la nostra speranza e la nostra decenza (vangelo e seconda lettura). Quali comuni ladri mi perseguitano nella mia vita cristiana: ladri interni, ladri esterni? Lì ci aspettano dietro l’angolo: chi ci invita a usare le persone come cose.
Alla fine, dopo aver fatto l’esperienza di Cristo nella preghiera e nei sacramenti, sperimenteremo i frutti di questo incontro con Cristo: saremo vestiti di Cristo (2a lettura) e raccoglieremo frutti succulenti (1a e 2a lettura): saremo uomini di luce, di pace e morale nella nostra casa, nei nostri ambienti di lavoro e amicizie. Quali frutti sto offrendo dalla mia esperienza di Cristo?
LETTURE: Is 2, 1-5; Sal. 121; Rm 13, 11-14; Mt 24, 37-44.