Il commento alla Parola di domenica 12 settembre (XXIV domenica del tempo ordinario b) a cura di Sr Anna Maria del Monastero Cottolenghino “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

In questa domenica contempliamo Gesù che cammina insieme ai suoi, ma proprio mentre camminano insieme, Lui espressamente fa loro delle domande. Prima chiede cosa la gente pensa di Lui; poi cosa loro pensano di Lui. È curioso il fatto che Gesù interroghi i suoi mentre stanno camminando: in qualche modo, questo sembra volerci dire che seguendo Lui non è possibile restare fermi. O meglio, è solo mettendoci in cammino dietro di Lui che potremo conoscerlo sempre di più. Ed è altrettanto curioso che il Maestro interroghi: certo, non dobbiamo immaginare come in sede di esame, in cui abbiamo una probabilità di sbagliare e una di rispondere correttamente. Perché il Signore interroga i suoi? Certamente, non è per cercare di sapere qualcosa che non sa. Anzi, se crediamo che Lui conosce i nostri cuori, è più intimo a noi di noi stessi come dice Agostino, crediamo anche che conosca quello che pensiamo di Lui. Ma la sua domanda ci fa del bene: rispondere a questa domanda, “chi sono io per te?” ci aiuta a centrarci sulla sua Persona, ad entrare in un rapporto sempre più profondo con Lui. Ci fa conoscere Dio interessato, attento a quello che portiamo nel cuore. Molti Santi hanno scoperto e vissuto in fondo questo segreto e hanno investito su di esso tutta la loro vita: “Chi sei Signore? Chi sono io?”, riuscendo a compiere un bellissimo cammino di umiltà, di verità e di vita santa.
Dopo l’attestazione di Pietro, il Maestro comincia a insegnare. Ma non insegna qualcosa di moraleggiante, o qualche dovere da compiere: insegna piuttosto quello che riguarda il suo destino, il compimento della sua vita. Insegna la buona notizia, ovvero Gesù che muore e risorge per me, per te.
Il rimprovero di Gesù a Pietro può sembrarci molto forte. Poco prima Gesù deve aver in qualche modo gioito della sua attestazione di fede, e ora non esita a chiamarlo Satana. Nell’originale greco la motivazione del rimprovero suona così: “tu non pensi le cose di Dio, ma le cose degli uomini”.
Qualche tempo fa, una Sorella mi ha fatto notare questa cosa bellissima. Gesù chiama Pietro Satana, quando questi vuole distoglierlo dalla croce, mentre chiama Giuda amico, quando lo sta per consegnare alla croce, quando lo ha già tradito. Davvero Gesù ha un’altra logica dalla nostra! Sia dato anche a noi di provare a pensare le cose di Dio, che passano attraverso il dono totale di noi stessi, sulle orme del nostro Maestro, per non restare fermi a pensare alle cose degli uomini, che raffreddano il nostro cuore e rischiano di impoverirlo, fino a svuotarlo. Per questo, ci sarà utile restare in una continua invocazione dello Spirito Santo, che è già in noi in forza del Battesimo e desidera portarci alla pienezza di vita per la quale siamo stati creati da Dio!
LETTURE: Is 50,5-9; Sal 114; Gc 2,14.18; Mc 8,27-35