Il commento al Vangelo di domenica 10 novembre (Mc 12,38-44) a cura di Chiara Della Mercede

Domenica scorsa Gesù ci insegna qual è il primo tra tutti i comandamenti “amerai dunque il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua mente e con tutta la tua forza” (Mc 12,30) dice. Ma cosa significa concretamente?

Lo vediamo nel Vangelo di questa domenica, che ne è la continuazione, quando Gesù è con i discepoli al tempio, davanti al tesoro, e osserva una vedova fare la sua offerta. Mi piace immaginarlo con un occhio così attento da cogliere la piccolezza di questa donna e il valore del suo gesto d’amore in mezzo a tanta gente. 

Sì, perché camminare con il Signore non vuol dire dargli qualche avanzo della mia quotidianità, il ritaglio dei miei impegni, le briciole delle mie energie, i centesimi di tempo che ho in tasca.

Giocarmi con Lui vuol dire che la sua presenza pervade tutto della mia giornata, e che la nostra relazione segna in modo decisivo e indelebile la mia vita. È l’esperienza dei due innamorati che vorrebbero essere in ogni momento uno dell’altra, e il tempo che si passa insieme non è mai abbastanza, e ci si vorrebbe conoscere sempre di più, in un “già e non ancora” per dirla alla san Paolo.

Cristo ha dato tutto sè stesso per “comparire al cospetto di Dio in nostro favore” (Eb 9, 24-28), cioè per salvare ogni uomo e donna dalla morte una volta per tutte. Ecco perché gioisce ed esulta davanti alla vedova che dà tutto quello che ha per vivere, anche se è poco. “Non conta quanto, se hai dato tutto” dice una canzone dei The Sun. 

L’invito per questa settimana è di portare tutto quello che sei davanti all’altare proprio nel momento in cui il sacerdote offre per ognuno di noi i doni ricevuti. Tutto trova spazio nel cuore di Dio, ma solo se viene offerto. Infatti le ostie che rimangono in sacrestia non diventano corpo di Cristo. Allo stesso modo, solo ciò che scegli di consegnare nelle Sue mani può essere trasformato in pane di salvezza.