Il commento alla Parola di domenica 14 novembre (XXXIII domenica del tempo ordinario b) a cura di Sr Maria Chiara del Monastero Cottolenghino “Adoratrici del Prez.mo Sangue di Gesù”

Dopo la lettura del Vangelo di oggi che cosa si può dire? C’è da rimanere senza parole perché Gesù parla ai suoi discepoli, quindi anche a noi, ma a volte è davvero difficile comprenderlo.

Nella prima lettura leggiamo: «Sarà un tempo di angoscia, come non c’era stata mai dal sorgere delle nazioni fino a quel tempo…»; e nel Vangelo: «… il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce, le stelle cadranno dal cielo e le potenze che sono nei cieli saranno sconvolte…». Insomma sembra che il Signore ci voglia far paura… far vivere l’attesa di un tempo di distruzione di tutto.

Ma cerchiamo di capire meglio…

Nella Bibbia i fenomeni naturali straordinari sono simbolici: di eclissi solare si parla alla morte di Gesù e alla fine del mondo si parla, come abbiamo visto di eclissi totale. La Bibbia non intende tanto il fenomeno naturale, quanto il suo senso simbolico. Questo si comprende meglio in alcune icone della Trasfigurazione, in cui Cristo, con vesti bianchissime, risplende davanti a un grande circolo a forma di sole, ma oscurato: la luce del mondo nuovo è Cristo: la città celeste non ha bisogno di luce, né della luce della luna, perché la gloria di Dio la illumina e la sua lampada è l’Agnello (cfr. Ap 21,23) (cfr. T. Spidlik).

Il centro del quadro tracciato da Gesù non è allora una catastrofe cosmica, ma bensì il suo ritorno glorioso alla fine dei tempi, il tempo cioè a cui tende tutta la storia, il momento del compimento della salvezza, la pienezza.

Nell’attesa di questa pienezza i cristiani devono vivere attenti e operosi: Gesù dice ai discepoli di guardare, osservare, anche le gemme degli alberi da frutto. Non possiamo vivere con superficialità, ma con attenzione perché Gesù dice che il giorno del Signore si compie in questa generazione, cioè all’interno del tempo di chi ascolta: “ogni istante corre l’eterno” (è un detto coniato dalle mie sorelle Adoratrici). Non illudiamoci di poter cambiare il mondo con le nostre decisioni, per lo più la nostra vita è fatta di piccole attenzioni, piccoli gesti, piccoli servizi, piccoli occasioni per amare, che però sono grandi agli occhi di Dio. 

Alla luce di Cristo anche il sole non abbaglierà più con il suo splendore, le cose del mondo perderanno valore ai nostri occhi, ma coloro che hanno amato diventeranno luminosi perché risplenderanno in sintonia con Dio che è amore. Davvero i saggi splenderanno come lo splendore del firmamento e i giusti come le stelle del cielo (cfr. Dn 12).

Noi non attendiamo la fine del mondo, ma il fine della storia, cioè la venuta del Signore, aspettiamo il fiorire della pienezza e dell’eterno. 

Se san Paolo dice: “Se siete risorti con Cristo cercate le cose di lassù”, anche noi siamo già risorti, in “corso di risurrezione” e troviamo il nostro compimento nella venuta di Cristo. Già ora stiamo risorgendo: non aspettiamo domani per iniziare a vivere da risorti, sarebbe troppo tardi. 

Deo gratias!

LETTURE: Dn 12,1-3; Sal 15; Eb 10,11-14.18; Mc 13,24-32