Il commento al Vangelo di domenica 7 luglio 2024: Metto la vita tra le Tue mani (Mc 6,1-6) a cura di Francesca Murzi (Don Bosco)
Il Vangelo di questa domenica ci fa riflettere sull’umile origine di Gesù, ossia quella di figlio di un falegname e la confronta alla grandezza del suo messaggio.
Nella prima lettura ascoltiamo la storia del profeta Ezechiele che viene chiamato da Dio per annunciare la sua parola ad un popolo ribelle che non lo ascolta.
Anche nel Vangelo è presente il tema del rifiuto, ma nei confronti di Gesù.
I compaesani, che conoscono da sempre lui e la sua famiglia, hanno un atteggiamento distaccato, incredulo, giudicante, sminuente e non vogliono accogliere il suo messaggio e la sua parola.
Chi lo critica ha un pregiudizio: ritiene che sia impossibile che Dio si manifesti attraverso un uomo di cui pensa di conoscere la provenienza.
A quei tempi si pensava che il messia avrebbe liberato Gerusalemme dall’oppressione di Roma. Uno che avrebbe messo sottosopra tutto con ferro e fuoco.
E invece il Cristo nasce in una mangiatoia, proviene da Nazareth (uno dei paesi più umili) e lavora come falegname, questo per loro è inaccettabile.
Il Vangelo ci fa comprendere come spesso i nostri pregiudizi, le nostre convinzioni, quello che pensiamo di sapere, ci ostacolino nell’accogliere ciò che Dio ha da dire alla nostra vita.