Domenica 9 dicembre è la seconda domenica dell’avvento, in preparazione al Natale ed è anche il secondo appuntamento con la rubrica, firmata da don Paolo, un percorso di commento alla Parola di Dio della domenica, destinato soprattutto alle persone malate, che non potendo essere presenti fisicamente alla santa Messa, trovano proprio in questo spazio, un aiuto a parteciparvi spiritualmente. “Giovanni battista, assieme a Maria e a Giuseppe, è un dei protagonisti del tempo di Avvento. Il vangelo di questa seconda domenica ci presenta con particolare solennità l’inizio della sua missione. Dopo averci offerto le coordinate storiche per collocarlo con precisione nel tempo e nel luogo, Luca afferma che “la Parola di Dio venne su Giovanni, nel deserto” (Lc 3, 2). In che cosa consiste la missione di Giovanni e quella di tutti i profeti dell’Antico Testamento, di cui egli conclude la serie? Consiste anzitutto nel creare l’attesa e tenere sveglio nel popolo il desiderio del Salvatore ed anche nell’invitare con energia ciascuno a sceglierlo come salvatore e a decidere di lasciarsi salvare da Lui. Il messaggio di Giovanni è anzitutto un evangelo, una bella notizia: il salvatore c’è e sta per venire a visitarci. Questo è motivo per gioire e fare festa, per Gerusalemme e per noi: “Deponi, o Gerusalemme, la veste del lutto, rivestiti dello splendore della gloria che ti viene da Dio” (I lettura). Ma, assieme, è anche un appello alla serietà e alla responsabilità, un invito alla “conversione per il perdono dei peccati” (3, 3). Occorre prima di tutto prendere consapevolezza di aver bisogno di essere salvati e di non riuscire a salvarsi da soli e quindi “convertirsi”, letteralmente voltarsi verso il Salvatore, Gesù, voltando le spalle al peccato. La ragione fondamentale per la conversione non è affatto la paura di un terribile giudizio divino, ma al contrario, è la Sua benevolenza, il sapere che Egli è disposto a salvarci “con la giustizia e la misericordia che vengono da lui” (I lettura) e ha preso l’iniziativa mandando la Sua Parola su Giovanni, perché gli uomini, che Egli desidera salvare, si lascino salvare. San Paolo ci ricorda, poi, come l’iniziativa di salvezza da parte di Dio non viene mai meno, fino a che non è riuscita nel suo intento: “Colui il quale ha iniziato in voi quest’opera buona, la porterà a compimento fino al giorno di Cristo Gesù” (II lettura). Qual’è allora la nostra parte? Che cosa ci chiede il Signore, attraverso Giovanni, i profeti e la Chiesa, per poter essere salvati da Lui? Dalla Parola di questa domenica, riceviamo una preziosa indicazione, possiamo dire, circa il ‘contesto’ necessario per iniziare e consolidare un cammino di conversione: il deserto. È nel deserto che la Parola di Dio viene su Giovanni ed è nel deserto che si può ascoltare Giovanni che grida di preparare la via al Signore (vv. 2 e 4). Anche per noi, il deserto nel quale ci troviamo, o che abbiamo dentro, a causa del nostro allontanamento da Dio, “fonte di acqua viva” (Ger 2,13), diventa il luogo più propizio per incontrare il Signore e per lasciarci salvare. Da situazione di desolazione e disperazione, il deserto può diventare così occasione per stare in silenzio e pensare, per disilluderci rispetto ai falsi idoli che magari ci avevano sedotto e per ritrovare la consapevolezza del bisogno profondo di essere salvati e, infine, può diventare lo ‘sfondo’ il ‘terreno’ da cui sboccia la nostra personale invocazione di salvezza rivolta all’unico Salvatore. Lì nel proprio deserto, “ogni uomo vedrà (può vedere, se lo desidera) la salvezza di Dio” (3, 6). Preghiamo con la Chiesa: “Dio grande e misericordioso, fa che il nostro impegno nel mondo non ci ostacoli nel cammino verso il tuo Figlio, ma la sapienza che viene dal cielo ci guidi alla comunione con il Cristo, nostro salvatore. Amen ” (preghiera colletta)”.