Vengono definiti “aumenti necessari” quelli che colpiranno molti cittadini astigiani, in conseguenza della decisione, da parte della Giunta del Sindaco Rasero, di aumentare diverse tariffe di alcuni servizi a domanda individuale che eroga il Comune di Asti. Tra questi: trasporto pubblico, parcheggi, mense scolastiche (il buono pasto), oltre alla TARI (+5%), che è una tariffa.
Ho fatto un esercizio, provando a fare due conti rispetto all’impatto che questi “aumenti necessari” potrebbero avere su una famiglia a medio reddito, due figli, un’auto.
I bimbi, due, sono in età scolare e frequentano entrambi la mensa scolastica giornalmente. I 30 centesimi di aumento giornaliero a pasto diventano 60, che calcolati sui 20 giorni di frequenza scolastica, si traducono in 12 euro in più per ogni mese di frequenza della scuola. 12 X 9 (i mesi scolastici) porta ad un AUMENTO ANNUO pari a 108 euro per pagare la mensa scolastica dei due bimbi.
Inoltre la famiglia vive in ZTL ed è consuetudine, perché necessario, fare l’abbonamento annuale, per parcheggiare l’auto. Gli “aumenti necessari” anche in questo caso sono “solo” di 90 per l’abbonamento che passa da 60 a 150 euro l’anno (più del doppio).
108 più 90, siamo già a 198 euro all’anno in più che dovrà pagare la nostra famiglia astigiana a medio reddito.
L’altro genitore, per recarsi al lavoro, non si muove in macchina, ma virtuosamente utilizza i mezzi pubblici. L’abbonamento mensile ordinario passa da 13 a 25 euro (più 92%!!), quindi 12 euro in più ogni mese che per 12 fa 144 euro in più per coprire le spese annue del trasporto pubblico di un solo componente della famiglia.
Aggiornando quindi le cifre complessive della stangata: 108+90+144 si arriva a 342 euro in più che la famiglia a medio reddito astigiana deve tirare fuori annualmente per far fronte agli “aumenti necessari” imposti dalla Giunta Rasero. Si spera poi che nessun’altro della famiglia debba utilizzare i mezzi pubblici perché implicherebbe ulteriori costi aggiuntivi visto che, ad esempio,
la navetta del centro storico, gratuita sino ad oggi, sarà a pagamento (+100%);
il biglietto giornaliero ordinario dell’autobus passa da euro 1 a euro1,20 (+20%). “Si, ma dura 90 minuti”, e qui, perdonatemi, sorrido, perché per utilizzare un biglietto 90 minuti il giro di Asti lo fai tre volte;
l’abbonamento per gli studenti passa da euro 10 a euro 18 (+ 80%).
La famiglia a medio reddito astigiana, infine, oltre ad affrontare gli aumenti per questa serie di servizi a domanda individuale, sarà anche costretta a far fronte all’aumento del 5% della TARI, più comunemente identificata come tariffa rifiuti. Ipotizziamo viva in un appartamento tra gli 80n e 100 metri quadri, con una spesa che si aggirava intorno ai 400, 450 euro annui. L’aumento implica un aggravio di 20 euro circa l’anno in più da destinare alla TARI.
Facciamo l’ulteriore aggiornamento: 108+90+144+20 si arriva a 362 euro in più che la nostra famiglia astigiana a medio reddito, con due figli dovrà spendere se vorrà usufruire dei servizi a domanda individuale del Comune, a causa degli “aumenti necessari” voluti dalla Giunta Rasero.
L’aspetto a mio giudizio più odioso di questa operazione definita “necessaria” è come si vada a colpire più tipologie di servizi solitamente tutte importanti e presenti nella vita quotidiana di una famiglia con un reddito “normale”, obbligando un unico nucleo a far fronte a più aumenti di spesa per poter accedere a quei servizi che fino ad oggi garantivano un minimo di qualità di vita a prezzi equi.
Leggo che tali aumenti sono definiti necessari perché si è di fronte ad un bilancio “rigido”. Sfido a trovare un bilancio di un qualsiasi ente locale “flessibile” di questi tempi e assicuro che nel recente passato si era sottoposti a tagli Ministeriali di entità decisamente più importante. Fare l’Amministratore Locale (volutamente utilizzo la maiuscola) significa in partenza sapere da quali condizioni di contabilità pubblica si parte e il dovere dell’Amministratore Pubblico è certamente quella di mantenere in ordine i conti, ma essenziale è farlo non pesando sulle tasche dei cittadini.
Le dichiarazioni degli attuali amministratori, inoltre, ci raccontano che gli aumenti sarebbero necessari perché, “da molti anni non se ne facevano”. Ebbene si, “l’efficientismo” della Giunta precedente ha avuto ben altro approccio. Di fronte ad un bilancio altrettanto rigido, continuava ad onorare l’obbligo di tenere i conti in ordine, erogare servizi, oltre a fare investimenti per la città (Palazzo Alfieri, Palazzo Ottolenghi, la ristrutturazione della piscina comunale, la nuova pista di atletica, la rotonda davanti ad Asti Ovest, le piste ciclabili, l’edilizia scolastica, l’adunata degli Alpini, la nuova illuminazione pubblica a LED, etc.), resi possibili perché sono stati conquistati all’esterno preziosi tesoretti frutto della partecipazione a bandi e di erogazioni da parte di altri Enti, a fronte di una positiva valutazione dei progetti del Comune. Ma in fondo questo ce lo conferma anche l’attuale amministrazione che, all’intelligente domanda: “Come facevano quelli di prima?”, risponde: “ Prendevano le risorse da altre parti”, invece di sottrarle ai cittadini aggiungo io.
Un’ultima riflessione è d’obbligo: questa sventagliata di aumenti, quali prospettive avrà? Servirà perché virtuosamente il “di più” sarà investito in nuovi e più efficienti servizi? In nuove Opere? Quali investimenti per migliorare la città? Ci sono dei progetti che indicano una strategia di investimento per lo sviluppo di Asti o semplicemente si impoveriscono le famiglie astigiane per far quadrare i conti, mantenendo lo status quo?
Troppo facile di fronte ad un bilancio “difficile” chiedere ai cittadini di toglierti le castagne dal fuoco, con aumenti indiscriminati che andranno ad incidere sulla quotidianità dei tuoi residenti. Questo è “l’efficientismo” declinato dal centro destra? Ci facciamo belli con i soldi dei cittadini? Mentre il grande capo millanta di flat tax e altre amenità?
Troppo facile prendersela con ASP, i cui utili, sino all’anno scorso sono stati virtuosamente spesi da chi amministrava per rendere possibili i servizi. E poi perché, se ci sono dei problemi con ASP, li risolvi vessando i cittadini?
Troppo facile far tornare i conti in questo modo. Fare l’Amministratore della cosa pubblica significa non fermarsi mai di fronte alla soluzione apparentemente più semplice, prediligendo invece quella che più equa per i cittadini, che sono poi l’oggetto dell’Amministrare.
Marta Parodi
Già Assessore della Giunta Brignolo,
Cittadina