“La situazione di Asp ha a che fare con tutti noi: servizi, occupazione, scelte ambientali.
Questa tensione e immobilismo durato più di due anni e complicato da vicende pregresse esigerebbe cautela, coinvolgimento di tutti, visioni e scelte.
La città deve tornare a contare, i rapporti tra socio privato, Comune, tra presidenza, amministratore delegato non fanno ben sperare e creano stallo, agitazione, preoccupazione.
Richiamo il senso di responsabilità di tutti, il sindaco in primis, che da due anni è fermo e ha accelerato tensioni e nervosismi. I rumors che arrivano non sono buoni, sarebbe grave se oltre il bene pubblico ci dovessero essere interessi più forti che condizionano umori.
Per questo motivo al consiglio comunale aperto ci devono essere tutti i cittadini. I servizi sono un bene comune, a cominciare dall’acqua. Questo meccanismo che si agita in queste settimane, fa pensare a tutto meno che all’interesse comune. Occorre ribaltare il campo tornare a pensare che ASP è l’azienda della città, difenderla da ogni interesse e farla tornare ciò che era”.
Mario Malandrone