I capigruppo delle minoranze del Consiglio Comunale di Asti hanno fatto visita all’ISRAT, ieri pomeriggio, e incontrato il Direttore scientifico Renosio per approfondire le problematiche che verrebbero a crearsi qualora il Comune, come annunciato in una lettera del Sindaco Rasero, confermasse il taglio del 50% del contributo per il 2020.
E’ bene ricordare che l’ISRAT è un Consorzio, nato nel 1984, di cui fanno parte il Comune e la Provincia di Asti e una cinquantina di altri Comuni dell’Astigiano.
Il centro studi, con sede a Palazzo Ottolenghi, è associato all’Istituto Nazionale per la storia del Movimento di Liberazione in Italia, gestisce la Casa della Memoria di Vinchio, il Museo dell’aeroporto partigiano di Vesime, il Museo multimediale presso i locali della Sinagoga e collabora con il Comune alla gestione del Museo del Risorgimento.
Le attività di raccolta di materiale documentario e bibliografico inerente la storia del Novecento insieme alla ricerca storica e alla pubblicazione di testi; la messa a disposizione di materiali e la organizzazione di corsi di aggiornamento e di eventi culturali ne fanno un attore di primo piano della cultura astigiana.
“Siamo stupiti e amareggiati – dichiarano i capigruppo delle minoranze – per la superficialità con cui il Sindaco affronta, anche sotto il profilo amministrativo, le tematiche culturali. Forse dovrebbe consultarsi di più con il suo assessore alla cultura, presidente dell’Assemblea consortile Israt: scoprirebbe allora che, essendo l’Istituto un Consorzio, non basta una lettera per dimezzare il contributo, portandolo da 44.550 a 22.500 euro: occorrerebbe una decisione dell’Assemblea consortile e una successiva ratifica dei Consigli Comunali (oltre cinquanta) aderenti al Consorzio. Inoltre per Statuto i contributi versati dagli Enti devono coprire almeno le spese di personale.”
All’ISRAT le persone che lavorano a tempo indeterminato sono due. In questo modo si dovrebbe ridurre il loro l’impegno (nell’ipotesi più pessimistica fino a perdere un addetto), con evidenti conseguenze in termini di ricerca, studio e attività sul territorio.
“E’ questo l’obiettivo del Sindaco?- chiedono i capigruppo – Far morire per carenza di risorse un Istituto che ha svolto bene il suo lavoro da quando è nato? E a favore di che cosa?”
“Certo – proseguono – per le cose che gli interessano, Rasero i soldi li trova. Basta dire che il drappello dei Carabinieri a cavallo, al Palio, è costato circa 10mila euro e che proprio quest’anno la manifestazione (con meno spettatori degli anni scorsi) è costata di più, relegando per giunta i Comuni della provincia a “comparse”.
Per non parlare, poi, delle numerose iniziative ( per lo più propagandistiche) che impegnano risorse comunali senza un vero ritorno economico sulla città.
E infine, per concludere, con le molte decine di migliaia di euro corrisposti per incarichi di cui non si conosce l’utilità o la montagna di soldi spesi per ripulire la zona del campo nomadi: ma non lo si doveva chiudere?”.
Insomma: la politica degli annunci ha fatto il suo tempo.
Ora il Sindaco pensi a cose serie. E ripensi alla decisione di tagliare i fondi all’ISRAT.
Valuti bene le cose prima di proporle e si confronti di più, con la sua maggioranza e anche con la minoranza. Vedrà che andrà tutto meglio!
I capigruppo di minoranza: Cerruti, Ferlisi, Malandrone, Motta, Passarino, Quaglia