“Il sottoscritto Giovanni Pensabene, consigliere comunale del gruppo “Asti Bene Comune, FdS, Uniti insieme a Sinistra, Appreso, da notizie stampa, che, a seguito di un’ispezione dei NAS, è stato chiuso il poliambulatorio specialistico CSM (Centro Servizi Medici) ubicato ad Asti in Via Giobert, che in tale centro hanno operato, sino al momento dell’ispezione numerosi medici e Primari dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti; Considerato che, secondo quanto riportato dall’ultimo articolo apparso su un giornale locale il legale del Centro ha asserito che il CSM non sarebbe un “poliambulatorio sanitario” ma un “centro amministrativo ove singoli specialisti svolgono pratiche mediche”; che quanto asserito dal legale pare contraddittorio poiché, nel centro, gli specialisti medici, oltre alle visite e alle attività di diagnostica, avrebbero svolto anche attività invasive di ambito prettamente chirurgico; Ritenuto che le affermazioni del legale mettono in cattiva luce sia l’attività di una istituzione quale i NAS, preposta a controlli e verifiche in materia, sia gli Uffici del Sindaco deputati, amministrativamente, alle stesse verifiche; che, di conseguenza, deve essere chiarito al più presto se il Centro è stato effettivamente chiuso in quanto era privo sia delle autorizzazioni sanitarie previste dalle normative sia dei requisiti igienico – strutturali sempre previsti dalle normative; interpella il sindaco in qualità di responsabile della salute dei cittadini astigiani affinchè si faccia carico di approfondire presso la Direzione Generale della ASL e se necessario presso la Regione Piemonte le seguenti problematiche: per quali ragioni, come sembra di comprendere dalle notizie stampa, un centro poliambulatoriale specialistico operasse da tempo ad Asti senza le necessarie autorizzazioni; se tali autorizzazioni siano di competenza della ASL di Asti, della Regione, o di entrambe le istituzioni; se anche il Comune di Asti avesse dato autorizzazioni al centro e quali; se all’interno del Centro operassero ed operino specialisti della ASL che effettuavano ed effettuano in tale luogo la loro attività intramoenia (dentro le mura) estendendo, in tal modo, l’attività privata tra le mura del Cardinal Massaia fuori dall’Ospedale e, di conseguenza, con difficili controlli da parte della ASL; quali garanzie possa fornire la ASL circa i controlli effettuati sui propri dipendenti che svolgevano attività privata nel centro, ( a maggior ragione se tale Centro risulta essere non sanitario ma solo amministrativo) ma sempre sotto l’egida della ASL, in quanto attività intramoenia, sia dal punto di vista della qualità delle prestazioni sia dal punto di vista dei controlli fiscali dal momento che l’attività intramoenia prevede un ritorno economico per l’Azienda su ogni prestazione erogata; se tutti gli specialisti, dipendenti della ASL, svolgessero attività intramoenia nel centro, ovvero: quanti in libera professione privata e quanti in intramoenia, e quali controlli sulla coerenza tra gli orari (pubblico – privato) svolgesse la ASL; se gli specialisti che svolgevano attività intramoenia nel Centro, per quanto riguarda invece le prestazioni svolte all’Ospedale Cardinal Massaia, siano in linea con l’abbattimento dei tempi di attesa come stabilito dalla Riforma Sanitaria Bindi che ha concesso l’attività intramoenia privata anche al fine dell’abbattimento delle liste d’attesa; se i controlli e le verifiche siano stati estesi a tutti i centri specialistici sanitari che operano ad Asti e con quali riscontri; se, infine, alla luce delle dichiarazioni inquietanti del legale del Centro, una struttura amministrativa possa mettere a disposizione di medici della ASL propri locali da usare per pratiche medico/diagnostiche”. Giovanni Pensabene, consigliere comunale