Da qualche mese va in onda una pubblicità istituzionale, di quelle targate Presidenza del Consiglio, in cui due persone anziane discutono della pensione, dissertando con il sorriso sulle labbra delle grandi opportunità offerte loro dalla riforma previdenziale. Uno sostiene di essersi fatto fare il calcolo e che raggiungendo i 20 anni di contributi versati potrà andare in pensione nel 2018 e l’altro lo incoraggia a fare gli ultimi 2 anni di part time in modo da potersi godere fin da subito, con una “piccola riduzione dello stipendio”, sia i nipotini che il tempo libero. Alla fine dello sketch pubblicitario i due “deficienti”, non saprei come definirli diversamente, si presentano sorridenti in primo piano con la tuta da lavoro e il casco da cantiere, è quindi da escludere l’ipotesi che si tratti di manager da 300 mila euro l’anno di stipendio. La prima domanda che sorge spontanea è la seguente: per poter andare in pensione di vecchiaia nel 2018 i signori in questione devono avere intorno ai 65 anni di età, ipotizzando che abbiano studiato fino a 19 anni e considerato che dichiarano di aver lavorato solo 20 anni che hanno fatto per altri 26 anni? Come hanno mantenuto i figli che nel 2018, o già subito con il part time, gli consentirebbero di godersi i nipotini? La seconda domanda riguarda il loro reddito da pensionati: considerando l’ostentazione visiva di un lavoro operaio e non manageriale, per il quale è prevedibile percepiscano un salario intorno ai 1500 euro mensili, la loro pensione con 20 anni o poco più di contributi si aggirerebbe intorno ai 600 euro mensili. E’ una prospettiva di vecchiaia da attendere con il sorriso stampato sulla faccia come mostra la pubblicità? La terza e ultima domanda riguarda chi ha commissionato questo spot demenziale, ovvero Renzi e il suo Governo: ma non vi vergognate neanche un po’? Proporrei una “penitenza” temporalmente adeguata alla questione previdenziale, per Renzi e i suoi più stretti collaboratori, una sorta di “atto di dolore” da recitare tutte le mattine appena alzati e la sera prima di andare a dormire fino al compimento del 67° anno di età. Il testo di questo atto di dolore potrebbe essere grosso modo il seguente: Atto di dolore/ Italiani mi pento e mi dolgo con tutto il cuore/ per i miei spot pubblicitari/ con i quali ho cercato di imbrogliarvi/ cercando di farvi credere che a 67 anni sareste stati ancora contenti di lavorare Giovanni Pensabene