“Gentilissimi, ho appreso dai mezzi di informazione che dall’11 al 20 Ottobre a Calliano (AT) è in svolgimento la 45° edizione del “Paglio ragliante” che prevede “Fiera l’Asino Vola” con esposizione di arte figurativa, partita di tamburello, serate danzanti, teatro itinerante, corteo storico, e alcuni appuntamenti che vedono protagonisti, loro malgrado, gli asini, cioè corsa degli asini e passeggiate dei bambini sugli asini: c’è da augurarsi che queste passeggiate non siano la solita occasione per vedere gli asinelli trattati come una sorta di giostra per bambini. Come se non bastasse lo sfruttamento degli asini, ci sarà anche, la fiera agrimeccanica, bovina, equina e di animali da compagnia con assaggi di carne bovina. Ho visitato il sito del Comune di Calliano http://www.comune.calliano.at.it/ che promuove il palio così: “Fra le manifestazioni principali, capaci di attirare con le locali specialità enogastronomiche decine di migliaia di turisti, si segnalano il Palio degli Asini, la Fiera L’asino vola e le Sagre dell’agnolotto d’asino e dello stufato d’asino… Il Paglio Ragliante di Calliano nasce nell’ormai lontano 1969, sull’esempio dell’antico palio di Alba, di origine medievale. La manifestazione… si basa sulla sfida fra i dieci rioni del paese… i cui rispettivi asini si misurano fra loro guidati da due esperti palafrenieri. La corsa è preceduta da una sfilata in costume animata dagli abitanti locali e arricchita dalla costante presenza di un gruppo di Sbandieratori astigiani…” Ho visto il video di una passata corsa degli asini http://www.youtube.com/watch?v=kSzI4LmR9FQ e ho avuto modo di vedere uno spettacolo deprimente, purtroppo supportato dalle parole di elogio di Sindaco e Presidente della Pro Loco. Ho visto le “specialità” della cucina callianese: “Gli agnolotti sono… la specialità gastronomica indiscussa di Calliano. Piccoli, quadrati, frastagliati, irregolari, dalla sfoglia sottile si differenziano per il ripieno di carne d’asino. Il gusto ricco del ripieno ben si armonizza con la delicatezza della pasta e il delizioso sugo di cottura della carne con il quale sono conditi. Non è solo l’asino però ad avere importanza nella cucina callianese. Nel giorno dedicato ai Santi è tradizione cucinare la bagna cauda, salsa a base d’olio, aglio e acciughe servita calda nelle caratteristiche fornette. In questa gustosa salsa vengono intinte verdure crude, carne e salsicce… Non si devono dimenticare le altre due specialità callianesi a base di carne d’asino: i salamini e lo stufato, piatto di lunga preparazione che richiede ben dieci ore di cottura.” Quindi bisogna pazientare ben dieci ore per assaggiare questa prelibatezza. Dopo questa erudita lettura, ho capito che a Calliano l’asino, vivo o morto che sia, è una sorta di mito: se ne trova la conferma in queste parole. “Un rapporto consolidato dal tempo che forse indurrà al sorriso coloro che troppo facilmente indulgono ai luoghi comuni non propriamente benigni nei confronti di questo animale umile e generoso. Più intelligente del bue, più resistente e docile del cavallo… a Calliano il mite quadrupede ha potuto contare sempre su una certa popolarità, in primo luogo per le sue qualità culinarie. Ma perché la carne d’asino ha trovato proprio qui cultori tanto entusiasti? Gli anziani del luogo narrano che alla fine dell’800 il callianese Cesare De Maria… ed il granese Giuseppe Galliano… si trovassero in Toscana… per acquistare asini destinati ad alcuni allevatori… ebbero la possibilità di assaggiare la carne d’asino e, colpiti dalla bontà di quel piatto, la “esportarono” nella nostra zona. La carne d’asino all’epoca era la meno costosa tra le carni “povere”… Iniziò così la tradizione degli agnolotti e dello stufato d’asino, piatti prelibati destinati allora ad allettare anche le mense meno ricche e, oggi, capaci di soddisfare tutti i palati, senza distinzione di età, censo o ideologia, come ben dimostrano le superaffollate sagre organizzate dalla locale Pro loco. Però l’epopea dell’asino callianese non si consuma soltanto in cucina. Gli asini più forti e veloci sono destinati a campare a lungo e a vivere un’esistenza da corridori, cimentandosi nella gara… Amico asino, grazie delle tue tante virtù e dei tuoi pochi difetti: il nostro connubio durerà ancora a lungo, a dispetto dei luoghi comuni di chi non ti conosce.” Molti altri appuntamenti legati all’asino, in questo caso esclusivamente macellato, sono presenti nel calendario manifestazioni di Calliano: a Giugno e ad Agosto c’è la sagra dello stufato d’asino con distribuzione di agnolotti, stufato e salamini d’asino. Leggo i siti di Comuni e Pro Loco per informarmi su queste feste speciste e crudeli e ogni volta resto sorpresa dalla schizofrenia comunicativa di chi dichiara di amare gli animali ma poi li sfrutta in ogni sorta di spettacolo e soprattutto li mangia. E’ davvero sorprendente che ai giorni nostri, nonostante l’informazione, la sensibilizzazione e la nuova coscienza di rispetto verso gli animali, vi siano ancora luoghi dove certi eventi che si basano sulla crudeltà di una pietanza derivata da uccisioni di animali siano pubblicizzati come grandi iniziative, con note di encomio e di apprezzamento. Gli animali sono esseri capaci di provare dolore, paura, angoscia, condizioni necessarie e sufficienti per venire rispettati come “esseri senzienti”, così sono definiti all’articolo 13 del “Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea”. Poiché non ho mai mangiato animali, se non da piccola su costrizione, che si celebrasse la sagra dell’asino o di qualsiasi altro animale per me non ha mai fatto differenza: quella grande abbuffata di animali macellati mi ha sempre trasmesso un’inquietudine che non sono mai riuscita a comprendere e a giustificare. Non esiste giustificazione morale o razionale nel macellare gli animali. Lo facciamo, non perché ne abbiamo bisogno o perché il cibo animale ci sia indispensabile, ma solo per il piacere di mangiarli. Se seguiamo questa logica fallace, allora possiamo anche giustificare la macellazione di un cane, il “migliore amico dell’uomo”, per mangiarne la carne, perché essa è mangiata legalmente in svariati Paesi del mondo. La soluzione sta nell’educare la gente, soprattutto i bambini, a capire che lo sfruttamento degli animali è sbagliato, da qualunque punto di vista lo si guardi e in qualsiasi forma lo si eserciti. Bisogna avere l’onestà intellettuale di parlare di macello, l’anello di collegamento tra la vita e la morte, prima che l’asino si trasformi in stufato, agnolotto, salamino e salsiccia, soddisfacendo “tutti i palati, senza distinzione di età, censo o ideologia”. L’asino, “animale umile e generoso” schiacciato dentro un panino o fatto a pezzi dentro una pentola, cambiato di nome attraverso un processo di reificazione, resta sempre un essere senziente. Cordiali saluti”. Paola Re