“La scelta da parte di ASP di gestire per il 2015 Asti Musica ha destato qualche perplessità, per fortuna di numero inferiore rispetto agli elogi, affacciate, in misura più o meno strumentale, da alcuni soggetti della vita culturale e politica astigiana. Sono pertanto opportune alcune considerazioni che chiariscano ai cittadini le motivazioni della strada intrapresa. La prima e fondamentale è che senza l’Asp, Asti Musica sarebbe oggi una manifestazione defunta: le casse e l’organizzazione contabile del Comune non consentivano piú l’organizzazione diretta dell’evento che comporta, piaccia o non piaccia, un approccio e una gestione imprenditoriale che un Ente pubblico, al giorno d’oggi, non puó più fornire. La seconda riflessione consiste in un aspetto non chiaro a tanti: che Asp, partecipata al 55% dal Comune e al 45% da soci privati, costituisce un’istituzione del territorio, un’azienda certo non priva di pecche, ma, a differenza di tante altre ex municipalizzate, sana, con il bilancio in attivo, che investe, che non ha licenziato e non licenzierá nessuno e che, direttamente o indirettamente, garantisce l’occupazione ad un migliaio di astigiani. È un rispetto ed un orgoglio che rivendico non per me, ma per tutte le persone, che, spesso in situazioni difficili, svolgono il proprio lavoro nell’azienda e per l’azienda. Il ruolo che svolgiamo nel territorio non può limitarsi solo ad un mero aspetto economico e aziendale e per questo abbiamo assunto l’impegno di salvaguardare uno dei piú importanti eventi culturali astigiani. E lo abbiamo fatto con un mix di passione e oculatezza che ci induce a ritenere che, fatti salvi gli imprevisti del caso, proprio perché gestita in un’ottica imprenditoriale, la manifestazione non solo non comporterá una perdita economica, ma potrá permetterci di veicolare una forma di comunicazione ai cittadini concernente la necessitá di mantenere piú pulita la nostra città: Mettere in relazione, come hanno fatto alcuni, il taglio da parte del Comune di 200.000 euro al corrispettivo dei trasporti pubblici e l’operazione Asti Musica, è un esercizio polemico sterile e profondamente errato: siamo un’azienda e come tale ogni singola attività deve trovare il proprio equilibrio economico. Se poi la manifestazione dovesse produrre una perdita, non scorgo davvero le ragioni perché certi sedicenti paladini delle casse pubbliche dovrebbero preoccuparsi, poiché vorrá semplicemente significare che il Comune invece di sopportare per l’intero la perdita, come avvenuto sino ad oggi, ne sopporterebbe soltanto la percentuale (il 55% appunto) della sua partecipazione societaria. Diverse sono le richieste di chiarimento che correttamente pone con un’interpellanza la Prof. Quaglia, la quale tuttavia conosce già molte delle risposte, avendo rivestito il ruolo di assessore del Comune, che sino all’anno scorso gestiva la manifestazione e ne sopportava le perdite. La sua interpellanza tuttavia mi offre la possibilitá di chiarire che Asp, forzatamente, trattandosi del primo anno, si avvarrà della collaborazione, peraltro gratuita, del Direttore Artistico Massimo Cotto e del Dirigente Gian Luigi Porro, che formalizzerà un contratto di collaborazione con Piemonteuno e con altri soggetti che sponsorizzeranno la manifestazione: tuttavia Asp gestirá la manifestazione con uno spirito imprenditoriale, reperendo nuovi sponsor, avvalendosi delle competenze manageriali del proprio Amministratore Delegato, nominato dai soci privati e utilizzando al meglio risorse interne all’azienda, che stiamo definendo, in modo tale da non produrre costi aggiuntivi: il progetto é quello, oltre naturalmente di gestire il rapporto con sponsor, agenzie, artisti e rivendite dei biglietti, di inserire di contorno ai concerti un’offerta enogastronomica, perché siamo consapevoli che la riuscita di una manifestazione della durata di piú giorni sia connessa ad un momento di convivialitá, che nel nostro territorio assume una dimensione culturale importante. Asti é una città bellissima, ma ha una particolarità tutta sua: se qualcuno pensa ad un cambiamento o promuove un’iniziativa, immediatamente qualcun altro si accomoda sul ramo piú alto e inizia a gufare; preventivamente e a prescindere. Provi ad uscire dal sentiero tracciato e ti ritrovi aggrovigliato nei rovi delle polemiche, dello scetticismo, dell’invidia. Di questi tempi invece non avremmo bisogno di questo, ma caso mai di collaborazione, di entusiasmo e di uno sguardo “lungo” sul nostro futuro!. Paolo Bagnadentro