Associazioni e sfrattati hanno suonato la sveglia al Comune di Asti per l’avvio di una seria e articolata risposta al dramma della casa. Asti, teatro negli anni di occupazioni di stabili lasciati a crescente e colpevole degrado da enti e privati, vede riacutizzarsi il problema dei senza tetto proprio col gelo di Natale. Dopo la sentenza di condanna, sette famiglie dovranno sgomberare entro marzo l’ex Mutua di via Orfanatrofio. Senza sostegni, né appoggi se non dal volontariato associativo. Il Comune fa sapere ai capifamiglia di procurarsi una nuova dimora per avviare poi le procedure previste di supporto; ma chi può dare loro garanzie, fiducia a fronte di una situazione tanto precaria alle spalle? Il sit in davanti all’Asl richiama alla solidarietà e alla presa d’atto, da parte del Comune, del fallimento almeno parziale delle iniziative fin qui proposte a rimedio. Tocca all’amministrazione civica, a questo punto, impugnare le redini e mettere a punto un piano strategico che individui priorità e interventi mirati. Un’amministrazione che chiami ad un tavolo di progettazione tutti i soggetti interessati: Atc, Asl, associazioni di categoria, organismi sindacali, rappresentanti dei gruppi di volontariato e altri che si ritengano utili. Solo dal confronto aperto e dall’avvio di una trattativa che rimetta in discussione decisioni assunte in troppa fretta e svincolate da una più generale visione di riassetto della città potrà scaturire una seria e onesta politica abitativa e di progresso sociale. Gli stabili dell’Asl generano degrado e tensioni altalenanti fin dal 2004. Non sono stati incubatoi, se non sporadicamente, di alcuna attività commerciale, culturale, ludica… Solo valore di scambio in attesa di utilizzo; e, nel frattempo, bivacco saltuario per i disperati del mondo. Tredici anni buttati inutilmente. Chi ripaga la città del danno patito per l’inerzia, l’incapacità, il disinteresse, il rimando continuo… Mentre si consumava, in una inspiegabile sequela di distrazioni, una delle truffe più insopportabili alle spalle dei deboli: gli oltre dieci milioni di euro sottratti alle casse Atc per cui è stato condannato l’ex dirigente Santoro. Il Comune non perda ulteriore tempo, ma non sia ancora vittima della fretta. Si stabilisca una volta per tutte quale funzione attribuire agli edifici dismessi, si instauri un tavolo di confronto a più voci, si trovi il percorso per quelle sette famiglie dal 2010 nell’ex mutua e ora di nuovo per strada, si traccino i binari di una vera politica abitativa per Asti. Il diritto alla casa, sancito dalla Costituzione, è riconosciuto come “non negoziabile” in sentenze della magistratura italiana. E diverse realtà comunali (Terreroverasche, ad esempio) hanno attivato politiche abitative coerenti col dettato costituzionale e che si sono rivelate vincenti anche sotto il profilo della riqualificazione urbana e della qualità della vita complessiva.
I capigruppo al Consiglio comunale Beppe Passarino e Beppe Rovera e il Consigliere Michele Anselmo