Sulla questione Israt e del taglio approvato ieri in consiglio comunale è intervenuto anche Paride Candelaresi, capogruppo de “I giovani astigiani” e presidente 5° Commissione consiliare permanente Cultura e Manifestazioni.
“Si è conclusa ieri la discussione sul bilancio di previsione 2020/2022 del Comune di Asti. L’amministrazione ha approvato un bilancio che tiene in equilibrio i conti e permette di amministrare sin da subito in trasparenza e piena operatività. Leggo, soprattutto sui social, molte polemiche rispetto la decisione dell’amministrazione di operare un taglio di 23mila euro nei confronti dell’Israt. Si è deciso di ragionare anche nei confronti di Israt in un’ottica di responsabilità economica dell’ente in un momento storico in cui è necessario far fronte a continui tagli e le amministrazioni comunali si trovano spesso di fronte alla difficile posizione di dire tanti dolorosi “no” ad associazioni e soggetti che richiedano sostegno o contributi economici per le proprie attività (culturali, sportive, etc). Ciò non significa che il Comune non dia il giusto riconoscimento al lavoro di tali soggetti, tutt’altro!
Nel caso di Israt nello specifico mi trovo personalmente a favore e a sostegno delle attività che svolge, in particolar modo per il lavoro di approfondimento fatto nelle scuole. Lavoro che trovo necessario e che non deve seguire nessuna bandiera politica ma compiti di osservazione e studio rivolti ai ragazzi verso un attento controllo sui fenomeni di razzismo, antisemitismo e istigazione all’odio nei confronti di persone sulla base di alcune caratteristiche come l’etnia, la provenienza, l’orientamento sessuale e l’identità di genere.
In qualità di presidente della Commissione Cultura del Comune di Asti, ringrazio Israt per questo mirabile lavoro dato che viviamo in un paese in cui Liliana Segre dopo aver vissuto le più ignobili barbarie del genere umano e la Shoah, deve oggi vivere sotto scorta; dato che viviamo in una paese in cui Liliana Segre riceve ogni giorno oltre migliaia di messaggi di in insulti sui social incitanti all’odio razziale. E’ necessario quindi che questo lavoro di Israt prosegua e trovo ammirevole l’iniziativa da parte di questa amministrazione di riconoscere alla senatrice Segre la cittadinanza onoraria a dimostrazione che pur essendo una maggioranza dalle sensibilità molto diverse, questa è attenta su ogni tema (Pride e Avviso Pubblico sono altri esempi) con molta coscienza. Si applica la regola del buon senso e della giusta misura alle proprie scelte, a prescindere dall’orientamento politico. Lo stesso principio di buon senso è stato applicato ad Israt.
Per chi non lo sapesse, l’Israt oltre a tutto ciò si occupa di svolgere attività di ricerca scientifica in campo storico, pubblica libri e ricerche, organizza conferenze ed eventi culturali mettendo a disposizione il proprio lavoro ad enti e associazioni che ne richiedano il supporto. Quello che l’amministrazione si chiede è se tali soggetti che spesso si avvalgono (giustamente) del lavoro di Israt non possano partecipare sostenendo parte delle spese necessarie alla sopravvivenza di Israt o mettendo in campo risorse che abbattano alcuni costi consistenti.
Ieri durante la discussione del bilancio è stato presentato dalla maggioranza, in accordo con l’assessore Imerito, un ordine del giorno che ha come obiettivo quello di salvaguardare l’attività di Israt attraverso l’ipotetico utilizzo di risorse umane interne oltre al già approvato contributo, comunque importante, di euro 23mila. Il primo cittadino Maurizio Rasero, poi, a notte fonda, ha scritto al presidente di Israt invitandolo celermente all’istituzione di un tavolo tecnico per trovare una soluzione e consentire all’istituto di mantenere la piena operatività.
Penso sia questa la giusta direzione da seguire: mettersi tutti intorno ad un tavolo e garantire la sopravvivenza dell’istituto. l contributo concesso dal Comune di Asti ad Israt in questi anni è stato sostanzioso, oltre all’uso gratuito dei locali. Ora attendiamo che qualcun altro tenda la mano in favore di soluzione reali e concrete al posto di operazioni politiche di facciata o di sterili polemiche. E’ facile farne una battaglia ideologica ma è meno semplice poi attivarsi realmente per trovare la soluzione ai problemi. Sono certo che entro fine anno sarà possibile istituire un tavolo tecnico e salvare Israt, fiore all’occhiello della cultura (quella vera) di questa città”.