Il vecchio ospedale vuoto in centro città costituisce un enorme corpo morto, a rischio di infezione; tutta la zona, anche per questo, è in involuzione da anni. Eppure ritengo anch’io possa diventare occasione e strumento per servire nuovamente tutta la città e rivitalizzare la zona.
Leggiamo di diverse proposte per un nuovo utilizzo, alcune interessanti. Io non sono un tecnico, ma conosco bene il vecchio ospedale per averci lavorato per circa 30 anni, e mi piange il cuore nel vederlo abbandonato e destinato a un decadimento progressivo, tanto più se immagino quanto ancora potrebbe costituire per la città. La parte vecchia dell’ospedale, l’antico convento è facilmente liberabile dalle sovrastrutture via via aggiunte per adattarlo alla funzione di ospedale, e potrebbe diventare un centro polifunzionale a disposizione di tutti, associazioni ma anche cittadini individuali: si renderebbero utilizzabili luoghi e si favorirebbero in centro città momenti di socializzazione, di aggregazione su temi e situazioni di interesse collettivo: cultura, sport, mostre, presentazioni, rievocazioni, sale per giocatori di scacchi, di dama, di carte e di quant’altro alla gente possa interessare. Secondo me, poi, la parte nuova, andrebbe abbattuta. Operazione costosa, certo, ma come costosa sarebbe qualunque opera di ristrutturazione; e di contenitori vuoti comunque ne abbiamo in abbondanza. Si aprirebbe la prospettiva sul convento anche da lontano e si valorizzerebbe così il bellissimo antico chiostro che, liberato anch’esso da alcune sovrastrutture recenti, potrebbe essere messo in comunicazione, attraverso un ponte o un qualche tipo di passaggio sopraelevato sul corso alla Vittoria, con i giardini pubblici. I giardini pubblici, ma non proprio quelli di adesso. Bei giardini, abbastanza grandi, in centro città, che certamente sarebbero anch’essi valorizzati se in continuità con l’antico chiostro e il convento. Giardini pubblici che però, attualmente, a una certa ora diventano terra di nessuno e di frequentazione decisamente sconsigliabile. Perché non fare come in molte città, dove i parchi sono circondati da una cancellata? Di notte vengono chiusi, e di giorno circola costantemente un poliziotto o un vigile a sorvegliare; perché non copiare? Chissà che qualcuno, trovandoli più vivibili e più sicuri, non li possa preferire allo struscio nei centri commerciali in periferia! E magari, abbandonandoci un po’ alle suggestioni, perché non pensare di installare un palchetto alto qualche centimetro, da dove chiunque ritenga di avere qualcosa da dire di interesse generale si possa rivolgere a chiunque abbia voglia di ascoltare? In qualche parte del mondo, neppure troppo lontano, questo avviene.
Dott. Mario Alfani ALMA – FEDERSPEV