“Senza un cambiamento profondo della politica in Italia ed in Europa non usciremo da questa crisi”. E’ con queste parole che il presidente Carlo Sangalli ha aperto l’Assemblea Confederale di Confcommercio 2013. Un intervento, quello del presidente, che è seguito ai collegamenti in diretta dal territorio, che hanno raccolto alcune testimonianze di imprenditori. Sangalli ha rimarcato alcuni dati del primo trimestre del 2013 che “destano grande preoccupazione: la disoccupazione è cresciuta al 12,8% , quella giovanile ha raggiunto il 41,9% e sono divenuti ben 2,2, milioni i giovani che ne studiano ne lavorano: un nostro drammatico record europeo”. Da Asti, una delle cinque sedi collegate in diretta streaming con l’assemblea di Roma, la vice presidente nazionale e presidente regionale del Piemonte Maria Luisa Coppa, ha ribadito che il rischio che corrono le imprese è forte e reale, perché “non è più sufficiente la voglia, la capacità e la caparbietà degli imprenditori, dobbiamo evitare la delocalizzazione e favorire chi sceglie di rimanere in Italia; sono imprenditori capaci di una offerta di qualità , che si distinguono e che promuovono il Made in Italy, che vanno in qualche modo favoriti, aiutati e non penalizzati, glielo dobbiamo, lo dobbiamo alle loro famiglie ed ai loro dipendenti dobbiamo garantirgli, il Governo in primis, occupazione e reddito; per fare questo servono però provvedimenti urgenti ed efficaci da parte del Governo stesso”. “Certo è che con questa pressione fiscale non si va da nessuna parte, la minaccia della Imu solo rinviata e che al momento non esclude l’assoggettamento degli immobili strumentali non possiamo accettarla, la Tares viola il principio della invarianza fiscale e il prossimo paventato aumento dell’Iva – ha aggiunto Coppa – sono tutti segnali che stanno andando nella direzione opposta a quella da noi auspicata; ecco perché bisogna agire con tempestività. Di sacrifici alle ns imprese ne sono già stati chiesti troppi, adesso occorre mette sul piatto della bilancia provvedimenti e soluzioni atte a favorire l’imprenditoria, cominciando dalla garanzia di parità di trattamento sui pagamenti tra imprese e stato, che non può essere quella attuale: non possiamo più accettare che la pubblica amministrazione paghi con le tempistiche attuali e che in Italia sono mediamente 6 – 10 volte superiore a quelle vigenti in Europa”. Proprio a tale riguardo è stata significativa la testimonianza da Asti di Sergio Maiocco, imprenditore con 20 dipendenti, fornitore abituale dell’Asl , che attende da un anno il pagamento delle fatture; il paradosso è che l’impresa oltre al danno rischia la beffa come dice lo stesso Maiocco. “Sono obbligato da contratto a fornire comunque il prodotto anche se non mi pagano – spiega – perché se dovessi sospende la fornitura scatta una fortissima penale. Lo sanno costoro che io non posso permettermi comportarmi così con i miei fornitori e che stanno mettendo a rischio il posto di lavori dei miei dipendenti?”. Al riguardo dell’aumento dell’aliquota Iva, purtroppo non arrivano notizie rassicuranti poiché è stato lo stesso Ministro dello Sviluppo Flavio Zanonato ad anticipare nel corso del suo intervento , sonoramente fischiato dall’Assemblea, che “non posso promettere nulla , non ci sono le coperture finanziare”. “Siamo coscienti che l’iva non è la principale causa della contrazione dei consumi, ma quello che è certo è che questo aumento risulterà essere sicuramente un fattore incrementativo del fenomeno e questo non aiuterà sicuramente il commercio – sottolinea il direttore della Confcommercio di Asti Claudio Bruno – le risorse si trovano anche tagliando certi costi, a cominciare magari da quelli della burocrazia e della politica , non certamente e solo aumentando la pressione fiscale; in molti si chiedono perché non si parta dal finanziamento (o rimborso che dir si voglia) ai partiti. Perché invece di una triennale gradualità non si da immediata efficacia al provvedimento ed il concetto di gradualità lo si applica per la riduzione della pressione fiscale? Non sempre invertendo l’ordine dei fattori il prodotto non cambia, in questo caso, probabilmente, qualcosa potrebbe cambiare”. Il presidente di Confcommercio Asti Aldo Pia ritiene che “i temi sul tavolo del Governo sono tanti e tutti di estrema attualità ed urgenza, una agenda sicuramente molto folta; il presidente Sangalli è stato preciso e puntuale nell’evidenziare quelli che premono e condizionano fortemente il settore del commercio abbiamo però tutti la consapevolezza che la cosa che rischia di mancare e che sta già forse condizionando e pregiudicando l’operatività delle imprese, sia il tempo; usiamo le parole in modo più pragmatico e tutti assieme cerchiamo di trovare la concretezza nelle soluzioni individuando delle priorità, poche cose efficaci possibilmente fatte bene ed immediatamente applicabili, senza dimenticare le riforme istituzionali, a partire magari da quella della legge elettorale”.