È di questi giorni la notizia che il Governo ha previsto l’obbligatorietà per i comuni di una nuova forma di bilancio definita “anti spreco” con un passaggio graduale in due tempi, nel 2015 e nel 2016. “Asti ha già applicato nel 2014 questa nuova procedura che effettivamente ha reso il bilancio più “vero”, perché è un bilancio “per cassa” e non “per competenza” – spiega Fabrizio Brignolo, sindaco – : in sostanza si possono spendere solo i soldi che ci sono davvero e non quelli previsti e si deve accantonare denaro che non si può spendere quando ci sono crediti che (in base all’esperienza pratica degli ultimi anni) si incasseranno con fatica”. “L’adesione anticipata e volontaria di due anni al nuovo bilancio, può apparire una cosa per addetti ai lavori – continua Brignolo – in realtà l’approvazione del primo bilancio redatto secondo le nuove regole che impongono rigore e vietano di lasciare debiti ai posteri è un passaggio epocale per la città di Asti. La scelta è stata fortemente voluta dalla nostra amministrazione, che ha deciso di aderire alla “sperimentazione” proposta dal Ministero, per cui quello di Asti è stato uno dei pochissimi comuni di medie e grandi dimensioni che ha anticipato il metodo che (salvo proroghe) diventerà legge per tutti tra due anni”. “Grazie anche al rigore dei nostri revisori, i conti sono i più controllati d’Italia e escludo che ci sia un’altra città in cui si accantona già oggi il denaro che si renderà necessario quando, tra qualche anno, si accerterà che non si riusciranno ad incassare i soldi dei cittadini morosi nella tassa rifiuti o in altri debiti verso l’amministrazione” dichiara l’assessore al bilancio Bianchino. “Stiamo coprendo i buchi lasciati dalle precedenti amministrazioni (tredici milioni di euro di tassa rifiuti non incassata tra il 2004 e il 2013) e accantonando quanto necessario a coprire i buchi che potranno crearsi nei prossimi anni: un grosso sacrificio per noi, ma un bel regali per i nostri figli: esattamente il contrario di quanto hanno fatto, soprattutto a livello nazionale, i nostri predecessori che nei decenni passati hanno creato la voragine di debito pubblico che stiamo pagando noi oggi” aggiungono Brignolo e Bianchino. La Città deve quindi tirare molto la cinghia, anche perché il bilancio di parte corrente del 2014, rispetto a quello del 2010, vede 14 milioni e mezzo (un milione e mezzo in più dello scorso anno) di tagli da Stato e Regione (su un totale di circa 70 milioni di euro). In questo contesto si sono ridotte tutte le spese lasciando sostanzialmente invariata solo la spesa sociale, che in questo momento non può essere compressa: la crisi sta creando nuove povertà e tutti si rivolgono per un aiuto al Comune. “Se entro fine anno dovessero liberarsi altre risorse saranno concentrate sul filone sociale – dicono gli amministratori -. Per tentare di fronteggiare la crisi dell’economia si sono mantenute e potenziate le iniziative a sostegno del commercio e dell’artigianato (sconto IMU e fideiussione gratuita per chi affitta a canone calmierato) e l’offerta a condizioni super vantaggiose dei terreni dell’area industriale di Quarto”.