I risultati dell’indagine congiunturale sui settori del commercio e della ristorazione relativa al III trimestre 2013, realizzata da Unioncamere Piemonte in collaborazione con gli Uffici studi delle Camere di commercio provinciali, confermano le criticità della fase congiunturale che il sistema economico regionale sta attraversando. Nel III trimestre 2013, infatti, il fatturato (a valori correnti, iva esclusa) delle imprese piemontesi del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione ha registrato una variazione negativa dello 0,7% rispetto allo stesso trimestre del 2012. La flessione risulta ancora più intensa se valutata al netto della componente inflativa: nel periodo luglio-settembre 2013, infatti, l’indice nazionale dei prezzi al consumo per l’intera collettività (Nic) del Piemonte ha registrato un aumento di poco inferiore all’1,0% in confronto al corrispondente periodo dell’anno precedente. La rilevazione è stata condotta nei mesi di ottobre e novembre 2013 con riferimento ai dati del periodo luglio-settembre 2013 e ha coinvolto 1.091 imprese piemontesi dei settori del commercio al dettaglio in sede fissa e della ristorazione, per un volume d’affari complessivo pari a 3,9 miliardi di euro. “Ci troviamo di fronte, ancora una volta, a risultati negativi per le imprese piemontesi del commercio e della ristorazione: soffrono sia le piccole che le grandi strutture di vendita, con cali del fatturato, degli ordinativi e dell’occupazione. Di fronte a questo ennesimo bollettino di guerra, istituzioni e associazioni di categoria devono fare squadra, lavorare insieme per trovare strumenti e soluzioni in grado di rilanciare l’economia locale – dichiara Ferruccio Dardanello, Presidente di Unioncamere Piemonte -. Il 4 dicembre sarà la Giornata europea del turismo, e proprio dall’afflusso di turisti può arrivare un sostegno importante alle strutture commerciali del nostro territorio: non è un caso, infatti, che la ristorazione sia l’unico settore a chiudere il trimestre in positivo. Su questo tema il sistema camerale, di concerto con le altre istituzioni, sta lavorando con convinzione, attraverso progetti come il portale Booking Piemonte, il Tavolo sul Sistema neve e le tante iniziative di sostegno alle eccellenze enogastronomiche del nostro territorio”. Scendendo nel dettaglio, si osserva come la contrazione del volume d’affari generato abbia riguardato sia gli esercizi di vicinato che le medie e grandi strutture di vendita. Gli esercizi di vicinato hanno mediamente registrato una flessione del fatturato dello 0,4% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, con un andamento differenziato a seconda della tipologia merceologica. I negozi alimentari hanno mostrato una sostanziale stabilità (-0,1%), mentre hanno subìto una riduzione più consistente gli esercizi di vicinato dell’abbigliamento (-1,1%), della cultura e tempo libero (-1,1%) e quelli degli altri prodotti (-2,7%). Positivo, invece, il risultato conseguito dai negozi di prodotti per la casa ed Ict, che incrementano il fatturato del 2,2%. Per quanto riguarda le medie e grandi strutture di vendita si registra una riduzione del volume d’affari dell’1% rispetto al III trimestre del 2012, mentre il risultato della ristorazione si mantiene positivo (+0,6%). La flessione del fatturato caratterizza tutte le realtà provinciali, ad eccezione del Verbano Cusio Ossola, che registra una crescita dello 0,7%. Torino manifesta un calo di 0,6 punti percentuale del volume d’affari dei settori del commercio e ristorazione rispetto al III trimestre 2012, in linea con il dato medio piemontese (-0,7%). Un trend analogo contraddistingue anche Asti (-0,6%), Novara (-0,9%) e Cuneo (-0,4%). Appaiono più intense, invece, le riduzioni del fatturato registrate dalle imprese del commercio e ristorazione delle province di Biella (-1,3%), Alessandria (-1,4%) e Vercelli (-1,5%). Risultano negativi anche i giudizi espressi dagli imprenditori intervistati in merito a tutti gli altri principali indicatori. Gli ordini ai fornitori risultano in contrazione per il 54% delle imprese, contro un 9% che ne ha dichiarato un aumento: il saldo d’opinione su questo indicatore è quindi negativo per 45 punti percentuale (dato lievemente migliore rispetto al saldo di 54 punti registrato nel II trimestre 2013). Anche per quanto riguarda l’occupazione nei settori del commercio e della ristorazione, i dati non appaiono incoraggianti. Solo il 3% delle imprese rispondenti all’indagine ha avuto un incremento occupazionale nel periodo luglio-settembre 2013, mentre il 26% ne ha manifestato una contrazione, generando un saldo negativo di 23 punti. Su questo indicatore resta comunque maggioritaria la percentuale di imprese che ha dichiarato di mantenere livelli occupazionali stabili. A livello previsionale, per gli ultimi tre mesi del 2013 gli imprenditori del commercio e della ristorazione intervistati avvertono ancora segnali di difficoltà. In particolare, prevedono un’ulteriore flessione del fatturato (saldo di opinione negativo per 24 punti percentuale) e degli ordinativi ai fornitori (saldo di opinione negativo per 29 punti percentuale). Per quanto riguarda l’occupazione, si delinea un incremento per il 5% delle imprese, contro il 19% che ne prevede un’ulteriore contrazione.