Sono 1.220 le strutture agrituristiche in Piemonte, con un saldo positivo del 4,8% in un anno. Una crescita costante che in Italia è addirittura del 60,5% in un decennio, e con un saldo, oggi, di 20.897 unità. Lo attestano i dati Istat che prendono in considerazione il periodo 2003 – 2013, in cui il comparto si è imposto come principale espressione di multifunzionalità delle aziende agricole. In Piemonte aumenta il numero di tutte le strutture, sia quelle con alloggio, sia quelle con sola ristorazione, ma anche con altre attività, compresa la fattoria didattica. La nostra regione si attesta tra le prime sei in Italia, con il primato a Toscana e Trentino Alto Adige, insieme a Lombardia, Veneto e Umbria. La distribuzione altimetrica evidenzia la prevalenza di agriturismi in collina: in Piemonte sono 803, pari al 7,5% del totale nazionale e del 65,8% del totale regionale; in montagna 233 (3,4% nazionale; 19,1% regionale) e in pianura 184 (5,7% nazionale; 15,1% regionale). Dei 1.220 agriturismi subalpini 442 sono gestiti da donne (36,2%). Il primato in rosa va alla Toscana, con il 41%. In Italia sono 7.436, pari al 35,6%, concentrato soprattutto in Trentino, Emilia Romagna, Piemonte, Veneto e Lazio. Esaminando la tipologia delle strutture piemontesi, la maggior parte è attrezzata per dare alloggio, ristorazione, sosta per l’agricampeggio, degustazione di prodotti e altre attività. Tra queste ultime primeggiano fattorie didattiche, mountain bike, escursionismo, equitazione, osservazioni naturalistiche e corsi vari. Il Piemonte si conferma quindi meta prediletta dagli agrituristi interessati alla proposta enogastronomica e al paesaggio collinare: “Il recente conferimento dell’Unesco a Langhe, Monferrato e Roero diventa ulteriore volano per il turismo rurale – afferma il presidente di Confagricoltura Piemonte Gian Paolo Coscia – Si può ulteriormente crescere lavorando sull’accoglienza internazionale, mettendo in risalto le tipicità e le eccellenze del nostro territorio, ma anche migliorando l’offerta dei servizi collaterali al lavoro delle aziende agricole”.