I risultati dell’indagine congiunturale promossa presso le aziende Associate all’Unione Industriale della Provincia di Asti per il II trimestre 2025 forniscono un quadro più cauto rispetto alla precedente rilevazione. Diminuiscono le aspettative inerenti a occupazione ed ordini totali pur rimanendo in ambito positivo. Si riscontra un lieve aumento delle aspettative relative alla produzione. Torna in ambito negativo l’indicatore relativo agli ordini export dopo un trimestre in cui le aspettative erano risultate decisamente positive.

In leggero aumento il numero di Aziende che prevede di effettuare investimenti significativi nei prossimi mesi, la maggioranza di esse prevede investimenti marginali.

Aumenta l’indicatore relativo alla previsione da parte delle imprese in ordine all’utilizzo della cassa integrazione e risulta in lieve diminuzione rispetto al trimestre precedente il tasso di utilizzo degli impianti.

Le imprese che hanno risposto all’indagine si aspettano per il prossimo trimestre un aumento per i prezzi di materie prime, energia e trasporti/logistica.

“Le aspettative per il secondo trimestre dell’anno, espresse dagli associati dell’Unione Industriale della Provincia di Asti che hanno risposto alla nostra indagine, restituiscono un contesto incerto dal quale emergono fattori ancora positivi uniti ad alcune criticità che meritano indubbiamente attenzione. La tenuta dell’occupazione e le aspettative relative alla produzione che si mantengono su un trend moderatamente positivo sono segno di una capacità produttiva che, seppur non in piena espansione, prevede una certa stabilità. Emergono tuttavia segnali di cautela sulle aspettative per gli ordini totali e, in particolare, per quelli rivolti ai mercati esteri. Il saldo negativo degli ordini export evidenzia una crescente incertezza sul fronte internazionale, verosimilmente acuita dal recente irrigidimento delle politiche doganali globali. L’introduzione di nuovi dazi, in particolare tra Stati Uniti, Unione Europea e Cina, sta infatti contribuendo a frenare la fiducia, soprattutto in settori esposti alla concorrenza e alla dipendenza da forniture estere. Anche la previsione da parte di una quota rilevante delle aziende associate di un aumento nei costi di materie prime, energia e logistica riflette il permanere di tensioni sui mercati internazionali e un’inflazione importata che rischia di pesare ulteriormente sui margini aziendali. Queste dinamiche si riflettono nella previsione di un aumento del ricorso alla cassa integrazione, ulteriore elemento di fragilità – il commento del presidente dell’Unione Industriale della Provincia di Asti Luigi Costa – Ci troviamo di fronte a un quadro congiunturale complesso, in cui la stabilità di alcuni indicatori convive con nuove incertezze legate al contesto geopolitico e commerciale globale. In tale scenario, il monitoraggio costante e misure di sostegno mirate restano fondamentali per preservare la competitività del nostro sistema produttivo.”

Dettaglio – i principali dati relativi all’indagine per la Provincia di Asti

Per quanto concerne l’occupazione il 15,9% delle imprese associate che hanno risposto all’indagine ne prevede un aumento mentre per il restante 70,5 % la previsione per il II trimestre del 2025 risulta costante, il 13,6% delle imprese ne prevede una diminuzione (saldo ottimisti/pessimisti pari a 2,3% era 18% nella rilevazione di dicembre). Il saldo ottimisti/pessimisti relativo alla produzione si assesta al 11,4% in lieve miglioramento rispetto alla precedente rilevazione il cui saldo era 10,3%. Diminuiscono le aspettative sugli ordini totali, seppur il saldo continui ad essere positivo, con il 25% delle aziende che ne prevede l’aumento contro il 15,9% che si aspetta una diminuzione ed un saldo positivo del 9,1% (il saldo era del 17,9% nella precedente rilevazione). Il 22,5% delle aziende cha ha risposto all’indagine prevede per il II trimestre del 2025 investimenti significativi, dato in aumento di circa 4 punti percentuali rispetto alla rilevazione di marzo, mentre il 55% prevede solamente investimenti marginali (come ad esempio sostituzione macchinari) il restante 22,5% non prevede per alcun tipo di investimento.

Tornano in ambito negativo le previsioni legate agli ordini export, con un saldo ottimisti/pessimisti che si assesta a – 6% (da saldo 11,1 % rilevato nella precedente indagine) ma con il 63,6% delle imprese che prevede un andamento costante per questi ordini. Aumenta rispetto alla precedente rilevazione la percentuale di aziende che prevede di far ricorso alla cassa integrazione (si passa da 7,9% delle previsioni registrate per il I trimestre 2025 a 15% dell’attuale indagine). In lieve flessione il dato fornito dalle imprese relativamente all’utilizzo degli impianti che risulta di 72,68% (74,04% per la rilevazione di ottobre). Le aziende che segnalano ritardi negli incassi sono il 51,2% stabili rispetto al 51,4% della precedente rilevazione. Per quanto riguarda le aspettative sull’andamento dei prezzi le aziende che hanno risposto all’indagine prevedono per il 42,5% un aumento dei costi delle materie prime, così come il 60,5% si aspetta un aumento dei prezzi dell’energia ed il 27,8 di quelli relativi alla logistica.

A livello regionale dopo tre trimestri in contrazione, le attese delle imprese piemontesi tornano in campo positivo. Ciò avviene nonostante uno scenario di grande incertezza globale, aumentata dall’entrata in vigore dei dazi da parte degli Stati Uniti il 2 aprile e subito rimandata di 90 giorni. È quanto emerge dall’indagine congiunturale realizzata a marzo dal Centro Studi dell’Unione Industriali Torino tra un campione di circa 1.300 aziende manifatturiere e dei servizi del sistema confindustriale piemontese.

Dalle imprese arrivano attese positive per occupazione (saldo ottimisti/pessimisti al +7,0%), produzione (+4,4%) e ordini (+2,9%), mentre restano negativi i saldi per l’export (-3,6%) e la redditività (-5,2%). Questi ultimi sono legati all’attesa dei dazi, non ancora entrati in vigore al momento della rilevazione ma ampiamente anticipati, e quindi dati per scontati da chi ha risposto all’indagine. Ciononostante, gli investimenti vengono confermati e interessano oltre il 70% delle aziende. Addirittura, un quarto delle imprese rispondenti ha programmato l’acquisto di nuovi impianti, un dato in crescita. In questo quadro, l’indice di utilizzo di impianti e risorse resta stabile al 77% mentre si riduce il ricorso alla CIG, attivata dal 10,5% dei partecipanti all’indagine, percentuale che cresce nel manifatturiero, dove sale al 14,1%.

I dati congiunturali relativi al secondo trimestre del 2025 sorprendono in positivo, segnalando una tenuta migliore delle attese per l’economia piemontese. Un risultato tutt’altro che scontato, soprattutto dopo mesi di annunci sui dazi che espongono a notevoli rischi il nostro export. L’andamento che registriamo dalle risposte che compongono questa indagine conferma, invece, la resilienza del nostro sistema produttivo, capace di adattarsi rapidamente a scenari altamente complessi grazie alla forza delle filiere, alla qualità del ‘Made in’ e alla capacità di presidiare mercati strategici a livello globale. Si tratta di un segnale importante, che va colto per continuare a investire, innovare e rafforzare la competitività per trasformare questa ripresa in crescita strutturale” commenta Andrea Amalberto, presidente di Confindustria Piemonte.

Tornando ai dati complessivi, sono la sintesi di andamenti settoriali differenziati. Infatti, se da un lato nel comparto manifatturiero si rileva una certa prudenza (per la produzione, saldo fra ottimisti/pessimisti al +1,7%), dall’altro il terziario prosegue la crescita avviata dalla pandemia in poi (saldo al +10,4%), anche in virtù di una bassa incidenza dell’export che preserva maggiormente il mercato dei servizi dalle tensioni internazionali. Guardando ai singoli settori, nell’industria si registrano previsioni non omogenee sull’andamento della produzione. In particolare, migliorano le attese per cartario grafico (+24,1%), edilizia e impiantisti (+15,3%), chimica (+10,4%) e tessile-abbigliamento (+5,9%). Resta negativa la metalmeccanica: il saldo fra chi prevede una riduzione dei volumi nel trimestre e chi si attende un andamento stabile o in crescita, è al -6,1%, che diventa -24,6% per le realtà dell’automotive e -2,7% per quelle della meccatronica. Nel terziario tutti i comparti esprimono attese favorevoli, pur con diversa intensità. Particolarmente positive le attese per l’ICT (+23,0%).

In termini dimensionali, si conferma la tradizionale forbice che vede le grandi imprese esprimere attese maggiormente positive rispetto alle altre: fra le realtà con meno di 50 dipendenti l’indice di fiducia sulla produzione è al +3,2%, mentre fra quelle con 50 o più addetti si attesta al +7,2%. Com’è facilmente intuibile, la positività delle attese è inversamente proporzionale alla quota di export sul fatturato: le aziende che esportano poco hanno attese sulla produzione più ottimistiche (+7,3% per le aziende che esportano una quota inferiore al 10% del fatturato e +5,1% per quelle che inviano all’estero dal 10 al 30% del fatturato) rispetto a quelle che esportano una quota maggiore di merci (-2,1% per quelle che esportano dal 30 al 60% e -0,5% per quelle che esportano oltre il 60% del prodotto). A livello generale, aumentano le aziende che temono una crescita di costi energetici, materie prime e logistica, con tempi di pagamento che restano stabili e un aumento del numero di imprese con un carnet ordini di medio-lungo periodo.

Su scala territoriale si osservano andamenti differenziati. Le attese sulla produzione si presentano sopra la media regionale a Verbania (15,7%), Asti (11,4%), Cuneo (+6,7%), Biella, che torna positiva dopo 7 trimestri (+7,5%) e Torino (4,5%). Prudenti ma ancora positive le attese ad Alessandria e Novara (rispettivamente +3,5% e +2,5%). Negativi i saldi per Vercelli (-4,8%) e Canavese (-7,1%). Focalizzandosi su Torino, per il secondo trimestre 2025, il 22,2% delle aziende torinesi prevede un aumento della produzione, contro il 17,6% che si attende una diminuzione: il saldo, pari a +4,5%, migliora rispetto a quello del I trimestre (+0,3%). Nella manifattura il saldo ottimisti/pessimisti è negativo (-1,8%), a causa dell’aggravarsi della crisi del comparto automotive e dell’aumento dell’incertezza per il futuro del settore. Per gli ordinativi, il saldo è del +1,6%, in miglioramento di 3,7 punti rispetto alla scorsa rilevazione. Positive le attese sull’occupazione, che registrano un bilancio pari a +4,3%. Buona la propensione a investire in nuovi impianti: il 23% di imprese ha programmi di spesa significativi. Si assesta il ricorso alla cassa integrazione, che interessa l’11,1% delle imprese (il 16,9% nell’industria). Cala leggermente il tasso di utilizzo di impianti e risorse (76%), che rimane sui valori medi di lungo periodo. Come a livello regionale, nel capoluogo si registrano attese negative per le esportazioni (-4,7% il saldo ottimisti/pessimisti).