In merito all’intervista rilasciata ieri dall’ex sindaco Giorgio Galvagno, il deputato astigiano Massimo Fiorio esprime le seguenti considerazioni. “Ho letto con interesse le dichiarazioni di Giorgio Galvagno riportate dalle testate giornalistiche: per molti versi – indica l’onorevole Fiorio – mi paiono non prive di stimoli e spunti di riflessioni, ma per altri mi sembrano il frutto, a voler essere diplomatico, di un’amnesia improvvisa che ha colpito l’ex sindaco di Asti. Oppure, parlando con maggiore franchezza, di una sfacciataggine impunita. Mi riferisco al caso Way-Assauto: Galvagno omette di ricordare il disinteresse da lui dimostrato verso l’azienda e i lavoratori”. “Vorrei ricordargli – prosegue il deputato – che era lui il sindaco di Asti nell’ultima fase di attività dell’azienda e soprattutto in quella,altrettanto travagliata, della gestione controllata dal commissario Daddario. Ebbene proprio in quest’ultimissima fase, l’ex primo cittadino ha brillato per assenza e ha dimostrato una superficialità colpevole, pur non mancando le condizioni politiche per provare qualche soluzione che evitasse il fallimento”. “E’ noto a tutti – ricorda – che in quel periodo la filiera di centrodestra teneva insieme città di Asti, provincia di Asti e governo nazionale. Eppure esplicite manifestazioni di interesse nel rilevare l’azienda, da parte di realtà italiane,sono state ignorate se non addirittura osteggiate. Un esempio: il sottoscritto in Prefettura, e in presenza di testimoni, alla notizia che un imprenditore, attivo sul territorio nazionale, aveva manifestato interesse per la Waya,verificò personalmente tale disponibilità:raccogliendo il disappunto e il rammarico dell’interessato per essere stato bellamente ignorato”. Sottolinea Fiorio: “Ricordo anche che, ad un certo punto, rappresentanti della giuntaregionale Cota dichiararono di poter mettere a disposizione addirittura un fondo ad hoc che,tuttavia, puntualmente non vide la luce. E, ancora una volta, non c’era alcun rappresentante del Comune di Asti al Ministero delle Attività Produttive quando, all’ennesimo tavolo sulla questione, il Direttore Generaledichiarò di non aver mai visto un territorio così disinteressato alla salvezza di un’azienda”. “Fa male Giorgio Galvagno – conclude il deputato Pd – a strumentalizzare la vicenda Waya perché il fallimento a cui è giunta l’azienda è stato vissuto, anche da lui, come un destino ineluttabile, una conclusione scontataalla quale non opporre alcuna resistenza.Anche perché, usando la strumentalizzazione,l’ex sindaco rischia di pregiudicare anche i ragionamenti interessanti espressi invece su altri aspetti della città”.