La crisi economica deprime e spaventa le famiglie astigiane ma, fortunatamente, non azzera del tutto la voglia di fare impresa. E’ quanto si evince dall’analisi congiunturale del sistema camerale sulla demografia delle imprese. Tra luglio e settembre, infatti, si sono iscritte alla Camera di Commercio di Asti 281 nuove imprese a fronte di 277 cancellazioni (al netto delle cancellazioni d’ufficio): il saldo tra nate e cessate si traduce quindi in un sostanziale dato di tenuta (0,02%) anche se appare inferiore alla performance piemontese (0,08%) e nazionale (0,24%). Lo stock delle imprese registrate al 30 settembre ammonta quindi a quota 25.611, di cui 17.477 ditte individuali, 5.258 società di persone e 2.412 società di capitale. Analizzando le variazioni trimestrali di stock (numero complessivo imprese registrate) sotto il profilo della forma giuridica, si evidenzia un saldo positivo per le società di capitale + 13 in valore assoluto, in controtendenza rispetto ai movimenti delle società di persone e delle imprese individuali. Guardando ai settori economici, il comparto che evidenza il maggiore dinamismo è quello del turismo che nel saldo tra “nate” e “cessate” (al netto delle cessazioni d’ufficio) guadagna 14 imprese per un totale di 1391, seguono l’agricoltura (+5 per un totale di 7.527), i servizi alle imprese e il commercio (+4, rispettivamente 2.480 e 5.115) le attività manufatturiere che insieme ai settori energia e attività minerarie ammontano a 2.360 (+3). A mostrare nettamente i segnali della crisi economica è invece il mondo delle costruzioni che nel trimestre luglio-settembre perde 23 imprese attestandosi a quota 3.942. Tra i “coraggiosi” che hanno creato e iscritto una nuova impresa alla Camera di Commercio di Asti spiccano i giovani: sul totale di 281 resistrate tra luglio e settembre ben 78 (27,7%) fanno riferimento a titolari sotto i 35 anni. In questo “gruppo” non rientra tuttavia alcuna “srl semplificata”, ovvero la nuova forma di società con 1 euro di capitale sociale versato, lanciata in estate dal Goveno Monti per incoraggiare l’iniziativa degli under 35. I settori più ambiti dai giovani sono, nell’ordine, le costruzioni, il commercio, l’agricoltura e il turismo. Analoga è la consistenza delle nuove imprese a titolarità femminile (79 su 281), mentre quelle a guida straniera ammontano complessivamente a 62 (22%). Fin qui l’analisi sui movimenti del terzo trimestre dell’anno. Volendo tuttavia confrontare lo stock con l’analogo periodo del 2011, saltano agli occhi numerose criticità. Rispetto al 30 settembre 2011, lo stock delle imprese registrate segna infatti una contrazione pari all’1,8 per cento, superiore di mezzo punto alla media regionale. Nell’universo delle 25.611 imprese registrate al 30 settembre, risultano in calo sia le società individuali (-2,4%) sia quelle di persone (-2,2%) mentre appaiono in crescita le società di capitale (+1,7%) e le altre forme (+6,9%). Su base annua, il settore che perde il maggior numero di imprese è quello delle costruzioni (-3,6%), segue l’agricoltura con una perdita del 3,4%. Più contenuto il calo nell’ambito delle attività manifatturiere (-1,3%) e del commercio (-1,5%). Unico settore in controtendenza è il turismo che nel periodo 30 settembre 2011-30 settembre 2012 guadagna il 3,3% in consistenza. “Un piccolo ma importante segnale di speranza in un contesto di grandissima difficoltà”, commenta il presidente Mario Sacco.