Giovedì 26 settembre il Festival dei Popoli di Asti 2024 ha proposto, presso la Sala del Seminario Vescovile, l’evento “Le sfide del diritto all’asilo in Europa e in Italia”. L’ex procuratore della Repubblica di Asti Alberto Perduca ha dialogato con l’antropologa culturale Cristina Molfetta, curatrice dell’annuale Rapporto sul Diritto d’Asilo della Fondazione Migrantes.

Migrare, per tanti milioni di persone, specie per i minorenni, non è certo una libera scelta. Si va via dai propri paesi d’origine perché si trovano disperatamente davanti a guerre, fame, violenze e persecuzioni o semplicemente sperando in un futuro migliore. Nonostante questo, il Rapporto sul Diritto d’Asilo 2023 ci mostra una situazione generale in cui, a livello globale, si sta erodendo sia il diritto all’asilo che quello alla protezione internazionale. Si tratta di diritti sanciti dalla Convenzione Internazionale di Ginevra, la Convenzione dei Diritti Umani e la Convenzione sui diritti del Fanciullo, oltre ad una serie di normative comunitarie e all’art.10 della Costituzione Italiana. Stiamo quindi violando diverse norme. Ma come si può attuare queste violazioni, da indisturbati?

Ad esempio, impendendo alle persone di arrivare in Europa e di poter esigere tali diritti. Storicamente, nonostante le convenzioni internazionali, non si è mai agevolata la possibilità dei migranti di arrivare in modo sicuro in Europa costringendo milioni di persone ad intraprendere viaggi lunghissimi e molto pericolosi. Nel 2015 l’Europa ha addirittura sottoscritto, all’unanimità, accordi di esternalizzazione di gestione dei confini Europei con la Turchia per impedire l’arrivo nei paesi europei dei profughi dalle crisi di Siria e Afghanistan. Identici accordi sono poi stati sottoscritti dai Governi italiani con Libia e Tunisia fino arrivare dal recentissimo accordo con l’Albania. Sempre più avviene l’erosione delle prestazioni d’accoglienza, la contrazione delle tutele garantite ai minori non accompagnati con la costruzione di centri di confino e segregazione dove le condizioni di vita sono al limite della sopportazione umana. Ma come vengono giustificate queste restrizioni dalle istituzioni europee? Molto spesso la giustificazione a queste politiche è quella della presunta invasione migratoria dell’Europa con rischi per la sicurezza del continente. Si tratta di una narrazione falsa. I dati, incontrovertibili, ci dicono che l’emergenza non esiste, ad esempio, solo una piccola minoranza d’immigrati si trova a delinquere. Anzi, la maggioranzalavora in condizioni di sfruttamento e quelli con un lavoro regolare pagano pensioni e sanità al welfare.

Tutte queste barriere vengono istituite dall’Europa, il continente più ricco del mondo, che accoglie una parte fortemente minoritaria di coloro che scappano dai loro paesi. 

Davanti a questo report rimane ferma la speranza di coloro che continuano a credere ad un grande progetto di solidarietà e di fraternità, nella consapevolezza che dietro numeri e statistiche s’osserva il dramma di esseri umani, con i nostri stessi diritti. Occorre da parte di tutti la forte volontà di contrastare l’attuale società egoista per costruirne una più umana.