Il sovrappeso e, ancora più l’obesità, sono due enormi fattori di rischio per la salute dei reni. E’ questo l’argomento su cui si incentrerà il Convegno interregionale (Piemonte-Val d’Aosta) “Uno stile di vita sano per reni sani: obesità e malattia renale” che si svolgerà ad Asti il prossimo 9 marzo (dalle ore 9 alle 12.30) nella sala convegni dell’ex Don Bosco, nell’ambito della Giornata Mondiale del Rene. Il panorama nazionale Il 10% circa della popolazione è affetta da un danno renale, e spesso non lo sa: anche per attirare l’attenzione su questo problema il 9 marzo viene celebrata la Giornata Mondiale del Rene, iniziativa promossa in Italia dalla Società Italiana di Nefrologia (SIN) e dalla Fondazione Italiana del Rene (FIR Onlus). Le malattie renali sono subdole, e tanto diffuse quanto pericolose. Colpiscono i reni in modo silenzioso e spesso progressivo, sino a provocare l’insufficienza renale cronica terminale, di fronte alla quale non resta che far ricorso alla dialisi o al trapianto. Il loro costo in termini umani ed economici è elevatissimo (circa il 3% della spesa sanitaria italiana). Ma le malattie renali, pur diffuse, sono spesso prevenibili e, anche se progressive, sono trattabili. Tutte le malattie che colpiscono i vasi, possono colpire anche i reni, ed è per questo che diabete, ipertensione arteriosa, obesità, malattie pandemiche della società industrializzata, sono le cause più comuni di danno renale cronico. Il numero di persone affette da queste patologie è impressionante: 15 milioni gli ipertesi, 5 milioni i diabetici e 10 milioni gli obesi solo in Italia. A questi gruppi di soggetti a rischio di sviluppare una malattia renale cronica, e che possono beneficiare di un intervento precoce, si aggiungono le persone con una familiarità positiva per nefropatie, quelle con aterosclerosi, con malattie immunologiche (ad es lupus, artrite reumatoide), le persone che fanno consumo elevato di farmaci antiinfiammatori, specialmente senza controllo medico, i fumatori e in genere quelle che hanno un’età superiore a sessantacinque anni. In particolare l’obesità può agire sia con meccanismo indiretto causando diabete, ipertensione arteriosa o danno cardio-vascolare sia anche come fattore diretto di danno renale attraverso l’iperfiltrazione renale o atri meccanismi. E’ tempo, nella lotta alle malattie renali, di occuparci anche dell’obesità finalmente riconosciuta ufficialmente come uno dei protagonisti nella popolazione generale, accanto al diabete e all’ipertensione arteriosa, delle vicende del danno renale, cui questo incontro è dedicato, nell’ambito della Giornata Mondiale del Rene. I dati dell’Astigiano In merito alla realtà della provincia di Asti che conta circa 205.000 abitanti, una recente indagine epidemiologica (studio di sorveglianza Passi 2012-2015) ha evidenziato come sia presente in tale popolazione una condizione di completa sedentarietà nel 27,6% e un eccesso ponderale (sovrappeso/obesità) nel 39,5% dei casi, numeri decisamente preoccupanti anche se la proporzione di operatori sanitari che si informano sugli stili di vita dei loro pazienti e forniscono adeguati consigli è significativamente più altra rispetto alla media regionale. In questo contesto di popolazione si inserisce la Struttura Complessa di Nefrologia e Dialisi dell’Ospedale Cardinal Massaia di Asti che da oltre 40 anni è al servizio della comunità astigiana per quanto riguarda la diagnosi, la prevenzione e la terapia delle principali malattie renali, dalle forme più iniziali a quelle più avanzate che necessitano del trattamento sostitutivo rappresentato dalla dialisi o dal trapianto renale. “Presso tale Struttura – illustra Stefano Maffei, direttore della struttura Nefrologia e Dialisi – sono attualmente seguiti circa 180 pazienti in trattamento dialitico cronico (con un totale di circa 22.000 sedute dialitiche annue effettuate) e circa 100 pazienti portatori di trapianto renale, sono attivi sia l’ambulatorio nefrologico generale che quelli specialistici quali quelli dedicati all’immunopatologia, alla nefropatia diabetica, alla calcolosi e alla malattia renale cronica avanzata. Nel 2016 inoltre sono stati effettuati 139 ricoveri presso la degenza nefrologica e 79 ricoveri in regime di day-hospital prevalentemente indirizzati questi ultimi all’allestimento degli accessi vascolari o peritoneali in previsione della dialisi”.