I consiglieri di minoranza Mauro Bosia e Vittorio Briccarello (Uniti si Può), Mario Malandrone (Ambiente Asti, Gianfranco Miroglio (Verdi) rispondono all’assessore regionale ai Trasporti e alle Infrastrutture Marco Gabusi in risposta a un’interrogazione sul collegamento Sud Ovest.
“190 milioni (più 400.000 mila euro di progettazione) è la base di spesa prevista per 4,9 km di tangenziale di cui 1,52 km correrebbero in galleria e 2,1 km correrebbero in viadotto, per di più inutile: 38 milioni di Euro a km. – dichiara Alice Ravinale, capogruppo in Consiglio Regionale di Alleanza Verdi Sinistra che oggi ha ricevuto risposta a un’interrogazione presentata sulla tangenziale di Asti Sud Ovest – “La Regione sceglie di investire sul collegamento Asti Sud Ovest (il cui acronimo CASO è quantomai opportuno) piuttosto che destinare risorse preziosissime a tutto il Trasporto pubblico regionale in gravissima sofferenza. E questo avendo a disposizione, come riportato dall’assessore Gabusi oggi in Consiglio, i dati “empirici” degli astigiani che ne sentirebbero l’esigenza, ma di cui non abbiamo sentito neanche un numero. Dati tra l’altro basati su “30 pagine di progetto ANAS” che però mai sono state presentate alla collettività né al Comune. I cittadini hanno infatti da ormai due anni nelle loro mani solo una manciata di slide senza alcuno studio effettivo, né dato, né approfondimento in merito.
L’unico soggetto ad aver valutato i flussi di traffico inoltre risulta quindi essere a Anas, la stessa committente che dovrà poi gestire l’infrastruttura: davvero la Regione che dovrebbe programmare la viabilità complessiva sul territorio ritiene opportuno limitarsi a quei dati? E soprattutto, perché i dati di Anas sì, e quelli realizzati in collaborazione con l’università di Milano e depositati in Comune, che vedono una drastica riduzione dei flussi no? E ancora, perché i dati di chi sulla costruzione del CASO ci lucra sì, e le osservazioni di rischio geologico che prevedono un rischio di ritorno alluvionale ALTO sul tracciato no?
Proprio nel giorno in cui iniziamo a discutere del Piano della Qualità dell’aria, la Giunta ritiene coerente finanziare un’infrastruttura che aumenterà il traffico veicolare e quindi l’inquinamento.”
“Gabusi quando parla di cittadinanza a chi si riferisce? – insistono i consiglieri comunali di Uniti si può Mauro Bosia e Vittoria Briccarello – “Di certo non ai membri del Comitato No Caso tra cui illustri geologi e ingegneri ambientali, e neppure agli iscritti Coldiretti che ha pacatamente esplicitato la propria contrarietà all’opera. Forse si rivolge a chi, esasperato dalla situazione della viabilità ad Asti, si affida alle promesse di un’Amministrazione che non solo non sono reali ma anche del tuo antiscientifiche anzi peggiorative della situazione attuale.
Da più di vent’anni si parla della realizzazione di un collegamento che partendo dalle porte di Asti, con un nuovo ponte sul Tanaro, raggiunga la zona ovest di Asti andando a collegarsi con la SR 10 e il casello autostradale Asti Ovest della A21. Peccato che quel collegamento non conviene agli astigiani, i quali si ritroverebbero a dover percorrere i medesimi ingressi in città, non essendo loro autotrasportatori di merci provenienti dal Sud. Oltre al fatto che Gabusi forse non ha ben consapevolezza che il secondo ponte di cui parla è in realtà il terzo ponte sul Tanaro, che Asti è una delle poche città in Regione che ha il casello a pagamento Asti Est- Asti Ovest, la cui gratuità sì che alleggerirebbe il traffico, e che la tangenziale andrebbe definitivamente a compromettere tutti i collegamenti leggeri indispensabili per la viabilità cittadina, tra cui l’accesso veloce delle ambulanze al Cardinal Massaia.
In tutto questo tempo inoltre nessuna amministrazione regionale o provinciale è mai riuscita a dimostrare l’utilità di quest’opera, anche perché esiste già una tangenziale che raggiunge la zona est della città e si collega al casello Asti est consentendo al traffico, pesante e leggero, di non impattare sul capoluogo.
Riportiamo quindi a Gabusi e Rasero i dati che contano davvero: 38 milioni di euro a kilometro per una strada a due corsie che introdurrebbe ulteriore traffico in città, i vincoli per il recupero del materiale dal fondo Borbore per aumentare l’argine del Tanaro che altro non faranno che lievitare spesa e tempistiche, la devastazione di aziende agricoli e allevamenti, l’aumento di polveri sottili in quella che è già una delle città con il più elevato PM del nord Italia, la cementificazione di aree a rischio alluvionale elevato con una possibilità di ritorno ventennale.
Alla luce di tutto ciò ci è chiaro il rimpallo di complimenti e responsabilità tra Regione e Comune: la prima dice che la decisione di fatto pertiene al Comune e alla cittadinanza, il secondo pare essersela vista calare dall’alto senza alternative se non quella di farla propria in campagna elettorale e presentare migliorie mai divulgate prima della loro votazione in consiglio.”