Con 357 mm di acqua caduta da dicembre 2021 a marzo 2023, contro una media di 1070 mm (circa il 30% in meno), il Piemonte e la Pianura Padana registrano la peggiore siccità degli ultimi 220 anni. Parimenti, con un +2°, anche, la temperatura è la peggiore degli ultimi 100 anni, staccandosi nettamente dalla media mondiale.
A dirlo è il climatologo e meteorologo Luca Mercalli intervistato alla vigilia della Giornata Mondiale dell’Acqua (22 marzo).
Ad aggravare la situazione, dunque, la combinazione di temperatura/siccità, col caldo che fa evaporare l’acqua più in fretta e mette sotto stress le coltivazioni.
“Se anche ad aprile e maggio non pioverà, andremo incontro ad un’estate del tutto inedita, peggiore di quella del 2022, quando, almeno, le falde avevano ancora acqua. Ora, invece, ci troviamo di fronte a laghi Prealpini e a dighe mezze vuote, nonché a montagne pressoché senza neve”.
Al pari di Francia e Spagna, il Piemonte sta peggio a causa dell’Anticiclone permanente che ha sbarrato l’ingresso delle perturbazioni Atlantiche. “Ad essere sotto una cupola permanente di alta pressione, tuttavia, c’è un po’ tutta l’Europa e, la cosa più drammatica, è che non se ne vede la fine” aggiunge Mercalli. “I suoli sono così assetati, che dovrebbe piovere almeno due mesi per consentirne un adeguato assorbimento”.
“Il caldo fuori stagione – sottolinea il Presidente Coldiretti Asti Marco Reggio – ha stravolto completamente i normali cicli colturali e, di conseguenza, anche le offerte stagionali presenti su scaffali e bancarelle, interessati dall’arrivo di gustose primizie, quali: asparagi, fragole, piselli, fave, carciofi e zucchine”.
“Nelle campagne – aggiunge il Direttore Coldiretti Asti Diego Furia, – il caldo anomalo (19 gradi nella sola giornata odierna) ha provocato il risveglio anticipato della natura con mandorli, albicocchi e pesche in fioritura e, quindi, particolarmente sensibili all’arrivo del freddo e del maltempo che rischia di comprometterne la raccolta. Il cambiamento climatico è stato accompagnato da una evidente tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con una più elevata frequenza di eventi violenti, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi ed intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo, con sbalzi termici significativi. L’agricoltura – conclude Furia – è l’attività economica che più di tutte le altre soffre le conseguenze dei cambiamenti climatici e della siccità, con danni che si preannunciano anche peggiori di quelli del 2022. Urge la disponibilità dei fondi del Pnrr per creare nuovi invasi e occorrono misure di sostegno per l’agricoltura/allevamento affinché il settore primario possa continuare a garantire il fabbisogno alimentare”.