Le Regioni del bacino padano – Emilia-Romagna, Lombardia, Veneto, Piemonte – hanno unito le forze nella lotta allo smog mettendo in campo azioni comuni dal 2005, ma ora chiedono al Governo un’azione più incisiva su scala nazionale ed europea.
È questo il messaggio inviato a Palazzo Chigi e al Ministero della Transizione ecologica da Venezia, dove sono riunite per la conferenza di medio termine del progetto europeo Life PrePair, dedicato alle misure di mitigazione dell’inquinamento atmosferico nel bacino padano all’indomani della condanna dell’Italia per il superamento dei valori limite per Pm10 da parte della Corte di Giustizia europea.
Le misure attuate, spiegano le Regioni, hanno già contribuito al pieno conseguimento dei limiti annuali di Pm10 in tutto il bacino padano e a ottenere il dimezzamento del numero di giorni di superamento del valore limite giornaliero. Tuttavia, lo sforzo degli ultimi 15 anni avrebbe richiesto un necessario ulteriore incremento nell’ambito del Piano nazionale di ripresa e resilienza. A tal proposito, le Regioni segnalano l’estrema contrarietà al mancato inserimento nell’ambito degli interventi di finanziamento del Pnrr del progetto interregionale per il miglioramento della qualità dell’aria con interventi quantificabili in due miliardi di euro.
Gli assessori all’Ambiente hanno ribadito, confortati dalle evidenze scientifiche dei dati raccolti durante il lockdown, con meno traffico d’auto ma nessun crollo dello smog, che le azioni che le Regioni possono mettere in campo non sono sufficienti a rispettare i limiti sempre più stringenti che potrebbero essere adottati a livello europeo nell’ambito della revisione della Direttiva europea sulla qualità dell’aria. In questo senso chiedono al Governo un fermo presidio a Bruxelles per rappresentare la specificità del territorio.
Inoltre, le Regioni hanno istituito un tavolo di confronto semestrale con Legambiente che si riunirà da novembre.