“Con quasi un cittadino europeo su cinque che è oggi colpito mediamente ogni anno dal problema siccità, secondo l’ultimo rapporto dell’Unccd, chiediamo all’Ue di sostenere misure strutturali per assicurare la disponibilità di acqua in futuro e la produzione di cibo, come il piano invasi promosso da Coldiretti e Anbi”. E’ quanto ha affermato Coldiretti nel corso del vertice a Bruxelles con il Commissario Europeo all’Agricoltura Janusz Wojciechowski, durante il quale si è fatto il punto della situazione sulle problematiche delle filiere agricole a partire dalla drammatica emergenza idrica.
“Le piogge di questi giorni hanno dato una leggera tregua a questi mesi di siccità, ma non hanno risolto la situazione che secondo un nostro recente monitoraggio sta creando un danno nella nostra provincia tra gli 80 e i 100 milioni di euro” afferma Marco Reggio presidente Coldiretti Asti.
“Quest’anno le precipitazioni in media sulla nostra provincia risultano inferiori dal 20 all’80% rispetto alla media storica – afferma Antonio Bagnulo responsabile del Servizio Tecnico di Coldiretti Asti – “Riscontriamo già danni e problemi sul nocciolo con perdita dei frutti in maturazione”.
“Per la vite la situazione non cambia, in un territorio vocato alla viticoltura la mancanza di acqua di questi mesi sta creando un grave danno, già riscontrato negli scorsi mesi con il mancato germogliamento per molte piante e confermato in questa fase di allegagione con la produzione di acini sotto la media e molto radi”. – sottolinea Pierpaolo Anziano responsabile del Settore Vitivinicolo di Coldiretti Asti.
“In un momento in cui, a causa degli effetti della guerra in Ucraina, abbiamo bisogno di tutto il nostro potenziale per garantire cibo ai cittadini e ridurre la dipendenza dall’estero, – conclude Diego Furia direttore Coldiretti Asti – vanno velocizzate le opere come la creazione di nuovi invasi a servizio dei cittadini e delle attività economiche, come quella agricola, senza più temporeggiare”.
Alla luce di questo scenario, Coldiretti ha sottolineato, a Bruxelles, la necessità di considerare una proroga della deroga anche per il 2023 intervenendo su alcune misure della futura Politica agricola comune (Pac)”.