Fresco dei premi Volponi e Kapuscinski (quest’ultimo rivolto all’autore del miglior reportage “per la capacità di raccontare luoghi e culture, di osservare da cronista e restituire come narratore”), il giornalista Alessandro Leogrande sarà ospite venerdì 12 ottobre alla rassegna “I mesi del giallo”. L’appuntamento, con ingresso libero, è fissato per le 21 alla Casa del popolo (via Brofferio 129). Al centro “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” (Feltrinelli), l’ultima fatica di Leogrande, che converserà con la giornalista Laura Nosenzo. Vicedirettore del mensile “Lo straniero” e collaboratore de “Il Fatto Quotidiano”, il giornalista tarantino racconta da tempo, con reportage narrativi, le nuove mafie, i movimenti di protesta, lo sfruttamento dei braccianti stranieri nelle campagne del Sud. Ad Asti con “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” porrà l’attenzione su uno dei peggiori incidenti avvenuti nel Mediterraneo negli ultimi vent’anni, ma soprattutto sulla più grande tragedia del mare prodotta dalle politiche di respingimento. I fatti: il 28 marzo 1997 una motovedetta albanese stracarica di immigrati, la Kater i Rades, viene speronata da una corvetta della Marina militare italiana, la Sibilla. In pochi minuti l’imbarcazione cola a picco nel Canale d’Otranto. E’ la sera del Venerdì Santo. I superstiti sono solo 34, i morti 57, in gran parte donne e bambini, 24 corpi non verranno mai ritrovati. La guerra civile albanese, che infuria da settimane, spinge migliaia di uomini, donne e bambini a partire verso le coste italiane in cerca della salvezza. La crisi del paese balcanico fa paura. In molti, in Italia, alimentano il terrore dell’invasione e prospettano la necessità del blocco navale. Così, tre giorni prima del naufragio, il governo italiano vara delle misure di controllo e pattugliamento nelle acque tra i due Stati che prevedono anche il ricorso a procedure di “harassment”, ovvero “azioni cinematiche di disturbo e di interdizione”. Prima dello scontro, la Sibilla insegue la Kate i Rades per un tempo che agli uomini e alle donne sulla carretta appare incredibilmente lungo. Il processo per accertare le responsabilità dell’accaduto è lunghissimo. Le indagini vengono ostacolate e intralciate, alcune prove scompaiono o non vengono mai recuperate. Alla fine gli unici responsabili del disastro risultano essere il comandante della Sibilla e l’uomo al timone della Kater. Intanto in Albania i sopravvissuti e i parenti delle vittime creano un comitato per ottenere giustizia. Il naufragio della Kater i Rades è una pietra di paragone perché, a differenza dei molti altri naufragi avvolti nel silenzio, è possibile raccontarlo. Leogrande ha indagato a lungo sul naufragio: ha incontrato i sopravvissuti e i parenti delle vittime, i militari, gli avvocati, gli attivisti delle associazioni antirazziste e ha girato per le città e i villaggi dell’Albania da cui sono partiti i migranti. “Il naufragio. Morte nel Mediterraneo” costituisce il secondo appuntamento de “I mesi del giallo” proposti nella sezione “Giustizia NON è fatta”. Sabato 13 ottobre Leogrande si confronterà, sempre parlando del suo libro, con le classi terze, quarte e quinte del Liceo Classico Alfieri e dell’Istituto Monti. L’incontro ha sollevato grande interesse: tutti gli oltre 200 posti a sedere dell’Aula Magna del Polo Universitario sono esauriti. Asti Studi Superiori è tra i partner della rassegna ideata dall’Associazione culturale Comunica insieme a Israt, Comuni di Asti e Isola, Provincia, Casa del popolo, Associazione Villaggio alla Vittoria, Fondazione CRT, Banca d’Alba.