Nuova manifestazione ieri sera del mondo della ristorazione, delle palestre, di tutte quelle attività che hanno subito direttamente gli effettI del nuovo dpcm del Governo. Una manifestazione pacifica, nel rispetto delle regole. Erano seduti per terra ad un metro di distanza, con le mascherine e scuotevano i loro shaker vuoti. Sbattevano i loro vassoi vuoti . Senza portate sopra. Senza quel lavoro che faceva di loro i primi e che ora rischia di farli diventare ultimi. E, lasciavano cadere parole. Parole dure. Parole di rabbia. Parole disperate. “Abbiamo diritto a lavorare anche noi, come sancisce il primo articolo della nostra Costituzione”, hanno dichiarato i ristoratori. I baristi. I lavoratori dello spettacolo. I gestori di palestre e di tutte quelle attività che questa nebbia novembrina rischia di rendere invisibili ed annullarle nell’oblio di una tragedia annunciata. “Perché il lavoro è si un diritto”
Paolo Viarengo
Foto di Roberto Signorini