Sono oltre tremila le fattorie didattiche presenti nelle campagne italiane che possono accogliere i bambini in sicurezza, svolgendo attività educative a contatto con la natura nei grandi spazi all’aria aperta. E’ quanto ha proposto, al Governo e alle Regioni, il Presidente nazionale Coldiretti, Ettore Prandini, con una lettera indirizzata ai ministri dell’Istruzione, delle Politiche Agricole e Pari Opportunità e Famiglia, oltre che agli Assessori competenti.
In occasione dell’inizio della Fase 2 dell’emergenza Coronavirus e con il ritorno di 4,4 milioni di italiani al lavoro con i figli a casa per la chiusura della scuole, sarebbe molto utile riattivare l’attività delle fattorie didattiche. Si tratta di aziende agricole autorizzate a fare formazione sul campo alle nuove generazioni, puntando sull’educazione ambientale attraverso la conoscenza della campagna con i suoi ritmi, l’alternanza delle stagioni e la possibilità di produrre in modo sostenibile. E’ una pedagogia attiva dell’”imparare facendo” attraverso attività pratiche ed esperienze dirette come seminare, raccogliere, trasformare, manipolare a contatto con la natura attraverso l’incontro con animali e piante, nelle stalle, negli orti e in cucina.
“Nell’Astigiano – sottolinea il direttore di Coldiretti Asti, Diego Furia – abbiamo 33 fattorie didattiche accreditate dalla Regione che, in questa cosiddetta Fase 2, possono essere messe a disposizione con la loro esperienza in ambito educativo, avendo anche la possibilità di attivare aule all’aperto, per offrire sostegno alle famiglie e ai genitori che torneranno nei luoghi di lavoro. In un periodo di svolta, come quello che stiamo vivendo, si afferma sempre più il ruolo strategico dell’agricoltura per l’economia e la società. Nei prodotti e nei servizi offerti dall’agricoltura non c’è solo il loro valore intrinseco, ma anche un bene comune per la collettività fatto di tutela ambientale, di difesa della salute, di qualità della vita e di valorizzazione della persona”.
L’obiettivo è quello di formare dei consumatori consapevoli sui principi della sana alimentazione e della stagionalità dei prodotti per valorizzare i fondamenti della dieta mediterranea e ricostruire il legame che unisce i prodotti dell’agricoltura con il cibo che si porta in tavola ogni giorno.
“Le fattorie didattiche – rimarca il presidente di Coldiretti Asti, Marco Reggio – sono il luogo ideale in cui accogliere piccoli gruppi tenendo conto delle norme di sicurezza, distanza e igiene, dopo la chiusura forzata delle scuole. Imparare in fattoria vuol dire toccare con mano quello che sono le nostre varie realtà produttive e quindi l’origine dei prodotti alimentari”. Una partecipazione che, attraverso il progetto Educazione alla Campagna Amica di Donne Impresa Coldiretti, ha coinvolto negli ultimi venti anni circa 10 milioni di bambini di cui il 70% nella fascia d’età compresa fra i 4 e gli 11 anni, dalla scuola materna alla primaria, e il 30% studenti più grandi delle medie e superiori.
“E’ un patrimonio di esperienze e potenzialità – conclude Reggio – da non sprecare in un momento cruciale in cui il Paese ha necessità di forme alternative di sostegno alle famiglie e anche i più piccoli dopo mesi di reclusione tra le mura domestiche hanno bisogno di vivere una Fase 2 all’aria aperta e in libertà”.
PER SAPERNE DI PIÙ – Le fattorie didattiche sono aziende agricole opportunamente attrezzate e preparate per accogliere scolaresche, gruppi, famiglie e tutti coloro che intendono approfondire la propria conoscenza del mondo rurale.
Grazie a un progetto sperimentale attuato con Coldiretti fin dai primi anni duemila, la Regione Piemonte ha opportunamente classificato e regolamentato l’attività delle fattorie didattiche, dette anche fattorie pedagogiche.
Ogni azienda agricole per ottenere l’abilitazione e l’iscrizione all’Albo regionale deve seguire un corso di 60 ore e ottemperare scrupolosamente alla “Carta degli impegni e della qualità delle fattorie didattiche della Regione Piemonte”.